L’Annunciazione di Leonardo (1472) conservata agli Uffizi mi ha sempre affascinato, anche per la presenza sullo sfondo di numerosi alberi e di un ampio panorama, a differenza di molte opere sullo stesso tema che costringono gli attori della rappresentazione in spazi piuttosto angusti.



Sempre quest’opera del frate di San Marco mi ispira meraviglia per l’apparente semplicità, nonché per la serenità che induce, come se la pace e la tranquillità che sicuramente albergavano nel cuore dell’autore finisca col trasferirsi, attraverso l’opera, a chi guarda.


Torniamo a Leonardo. Si diceva di una sequenza molto varia di alberi sullo sfondo.


Senonché si tratta di una specie australe, in particolare dell’isola di Norfolk, e ciò lo esclude per ovvi motivi di date.

Ho chiesto chiarimenti ogni volta che ne ho avuto l’occasione (lezioni, conferenze, rete,…) a storici dell’arte e non, ma sempre senza successo. Di recente ho raccolto un’interpretazione da un Professore dell’Università di Padova, che suggerisce si tratti di un peccio (Picea abies) al quale sarebbero stati tagliati un palco sì e uno no.

Così ora la questione si è spostata dalla interpretazione di un elemento del dipinto alla ricerca di una particolare pratica topiaria dei giardinieri fiorentini, forse europei, della seconda metà del Quattrocento. Succede spesso nell’indagine scientifica che risolto un problema se ne apra immediatamente un altro, è il bello dell’attività raziocinante.