L’Abelia e il Bombo

Come fa il grosso Bombo a suggere il nettare dal piccolo e stretto fiore dell’Abelia?

Quattro arbusti di Abelia (Linnaea grandiflora) in Via Lepanto al Lido di Venezia, una strada animata da turisti e indigeni.
La pianta prende il genere dall’illustre Linneo l’inventore della nomenclatura binomiale. Prima di lui la confusione era assai grande. Per saperne di più andate a questo link per Linneo, e a questo per il racconto dell’attribuzione del genere linnaea.
Il fiore è campanulato con uno stretto tubo alla fine; somiglia vagamente a quello del Caprifoglio. I sepali rosati sembrano essi stessi fiori al cadere della corolla. Le foglie sono verde scuro e leggermente dentate; rossicce le nuove foglioline.
Ma ecco il fenomeno oggetto del post. Il Bombo ha le dimensioni del fiore, se non maggiori, e sembra impossibile che possa penetrarvici.

Forse anche a voi è venuta l’idea di osservare più attentamente il fiore, per cercare eventuali tracce del misfatto.

Ora è chiaro! Lui buca il fondo della corolla… E a quanto pare procede in modo metodico…
Da questa foto si comprende bene il lavoro del malfattore.

Ho osservato lo stesso comportamento su una buganvillea, così mi son deciso a controllare e ho scoperto che alcune specie di bombo adottano sistematicamente questo approccio. Essi non impollinano la pianta. Con quale vantaggio evolutivo non mi è chiaro.

Spigolature

Quando vedo un rombo non posso fare a meno di pensare a questa bellissima poesia, trionfo di musicalità, di Pascoli. Raccolta Myricae, ovvero Tamerice, genere Tamarix.

Il nunzio
Un murmure un rombo…

Son solo: ho la testa
confusa di tetri
pensieri. Mi desta
quel murmure ai vetri.
Che brontoli, o bombo?
che nuove mi porti?

E cadono l’ore
giù giù, con un lento
gocciare. Nel cuore
lontane risento
parole di morti….
Che brontoli, o bombo?

che avviene nel mondo?
Silenzio infinito.
Ma insiste profondo,
solingo smarrito,
quel lugubre rombo.
Tamarix gallica, Murazzi, Lido di Venezia.