D’oro il tramonto in un bosco di larici, noi sul sentiero.
Buona parte dell’abitato di Cortina d’Ampezzo è adagiata sulle pendici del Monte Faloria, è da qui che si gode la migliore vista sull’ampia valle omonima e sul massiccio delle Tofane. Basta uscire dall’abitato salendo in direzione est per imbattersi in qualcuno dei numerosi sentieri che attraversano trasversalmente il Faloria in un vastissimo lariceto, che si estende quasi ininterrottamente dalla frazione Zuel a sud al Passo Tre Croci a nord.
Il sentiero che seguiremo (segnavia 210) ha inizio nei pressi dell’Hotel Cristallo, al centro nella foto.Ma prima di partire volgiamoci a ovest verso l’imponente massiccio delle Tofane. La foto è di un’alba di fine ottobre, visibile il contrasto fra le cime illuminate (da sinistra: Tofana di Rozes, di Mezzo, di Dentro) e l’ombra del Faloria alle nostre spalle. Il sentiero si immerge da subito nel bosco, salendo in forte pendenza.Ben presto raggiunge una vasta radura dove sorgono manufatti dell’acquedotto. Lo spiazzo permette di sbirciare oltre il bosco. Uno squarcio nel fitto delle cime mostra la Tofana di Mezzo. Stazione Ra Valles – Particolare. Ora il sentiero procede in quota ed è molto meno faticoso.Qualche peccio lo abbiamo già incontrato, non sorprende vedere un Pino silvestre alto e slanciato: i larici con la loro chioma gentile lasciano passare la luce che permette ad altre specie di prosperare.Il sentiero sale ancora e compaiono i primi mughi, gradualmente i larici lasciano il posto ai pini e ben presto ci faremo strada in un groviglio di tronchi e rami ad altezza d’uomo. Strobilo di mugo: colore rossastro, umbone grigio, mucrone appena accennato. Ci mettono ben tre anni a maturare. Caratteristici rametti.Aghi corti e spessi in fascetti di due.Berberis vulgaris, completo di frutti e rametti spinosi. Più giù ne incontreremo altri.Ora lo sguardo può innalzarsi al di sopra della vegetazione. Larici solitari caparbiamente attaccati alla parete (quelli che Mario amava particolarmente), ancora qualche silvestre e la macchia quasi uniforme di mughi che più su cede alla parete.
Al centro uno splendido silvestre e in alto la stazione della funivia. Fra loro la parete inospitale del Monte. Torniamo sui nostri passi o quasi (è piacevole girovagare fra i tanti sentieri che si intrecciano fra loro, quando il posto e soprattutto la pendenza lo consentono). Acero di monte neonato, altri ce ne sono in giro anche adulti. Ma come andrà a finire fra questi due così vicini?C’è tempo per un ultimo sguardo ravvicinato prima di uscire dal bosco.E quasi senza soluzione di continuità siamo fuori dal lariceto. Una fugace visita al giardino dell’Hotel dal quale siamo partiti e poi lo sguardo riposa sull’ampia valle occupata dall’abitato. Il Sole ha completato il suo arco diurno lasciando le Tofane nella penombra.Campanile e Basilica dei Santi Filippo e Giacomo.