Diospyros kaki – Cachi

Il vecchio borgo!
Tetto non c’è che manchi
del suo bel kaki.

Bashō – Ernesto Morales, Trentatré haiku, traduzione Fujimoto Yuko, Lindau, 2020

L’albero dei cachi dai frutti succulenti ma non da tutti apprezzati, particolarmente dai bambini, è ormai parte del paesaggio italiano. Non vi è, quasi, giardino privato che non ne abbia uno. Eppure la sua introduzione in Italia è relativamente recente: ultimi due decenni dell’Ottocento. L’albero arriva dal Giappone dove è celebrato da una consolidata tradizione.

Fenologia minima
Areale di origine (native range)
La classica immagine dell’albero in inverno: spoglio di foglie ma carico di frutti.
Il frutto in Giugno, avrà tutto il tempo per maturare fino all’inverno.
Le foglie sono grandi e coriacee.
Pagina inferiore, nervature più chiare e pronunciate.
Lo spettacolo delle foglie in autunno.
Fiore giallobianchiccio e carnoso
Quattro petali e quattro sepali, la simmetria quaternaria non è poi così comune. I petali aprendosi si arricciano, mentre il calice si dispiega liberamente. Unico pistillo graziosamente sfrangiato in cima.
Un po’ nascosti gli stami, appressati allo stilo.
Frutto immaturo in giugno.
Albero dalle dimensioni contenute e dal portamento raccolto. Orto Botanico.
Una villetta in prossimità dell’incrocio della Stanga.
Via Santa Maria in Vanzo, giardino privato.
Via Volturno presso la Breccia di San Prosdocimo.
Via Tripoli, una laterale di Via Sorio.
Monte Isola (Lago d’Ieso), il sentiero che da Peschiera Maraglio conduce al Santuario della Madonna della Ceriola.
La corteccia si squama in piccole placche quadrilatere.