Avvertenza. Il post nasce in un momento di transizione per il Giardino: appena conclusosi un ‘restauro’ legato ai lavori di recupero della Mura cinquecentesche, partiranno altri lavori di ‘riassetto e riqualificazione’ più specifici sul Giardino stesso. Dunque è qui descritto lo stato del Giardino, e in particolare il suo patrimonio arboreo, tra questi due importanti interventi. Scrivendo il post mi sono sforzato di specificare sempre dove ci si trova sia nello spazio che nel tempo; spero di esserci riuscito.
I Giardini alla Rotonda prendono il nome dal grande serbatoio costruito nel 1925 sul Torrione della Gatta. La costruzione oltre al carattere funzionale, serbatoio di arrivo dell’acquedotto, vuole ricordare con una cappella, accessibile da Via Citolo, le vittime del bombardamento aereo dell’11 Novembre 1916. Si tratta di un’opera ingegneristica ardita e architettonicamente pregevole – cemento armato e mattoni a vista – in stile liberamente ispirato all’arte déco.



Il Giardino si sviluppa all’incirca da Sud a Nord lungo una striscia di terreno che da Piazzale Mazzini sale in sei livelli, costeggiando le mura, fino al Torrione. Gli ultimi cinque livelli sono ornati ciascuno da una vasca circolare su aiuola ellittica delimitata da un sentiero in ghiaino.
Per una pianta più dettagliata degli elementi architettonici e, soprattutto, delle specie si veda qui.



I lavori di restauro dei Giardini e delle Mura cinquecentesche sono terminati all’inizio di questa estate (2021). Ultimata questa fase i Giardini saranno oggetto di lavori di riassetto e riqualificazione che interesseranno sia aspetti architettonici sia il patrimonio arboreo e arbustivo. Nel seguito del post ci occuperemo più specificatamente delle piante che lo abitano, ma anche purtroppo di quelle che lo abitavano poiché alcune sono state abbattute durante i lavori di restauro.

Le piante della fascia a sud



Fu un albericidio annunciato e in molti si mobilitarono per scongiurarlo, prima fra tutti la Sezione padovana di Legambiente. In un documento ufficiale del Comune del 2017, a pagina 19, le piante che abitavano questa parte di Giardino venivano definite come “alberi di nessun valore”. Con questa premessa è chiaro che la battaglia era già persa, meraviglia semmai il fatto che in quell’occasione, e anche dopo con il restauro del 2021, sia stato risparmiato l’intero filare di ginchi.
A parte i ginchi tutte le piante presenti fino al quinto livello (quarta vasca) sono state abbattute coi lavori di restauro; rispettando una pratica ormai consolidata per cui se una pianta intralcia i lavori, allora va eliminata. Mentre nell’ultimo livello (quinta vasca) alcune delle piante sono state risparmiate.






Altre tre vittime dei lavori di restauro sono due ibischi cinesi e un Albero di Giuda dal singolare portamento arbustivo.





E se Dio vuole abbiamo finito con gli abbattimenti, le altre piante sembra siano state risparmiate tutte. Il post tra descrizioni architettoniche e lamentazioni sulle piante uccise ha assunto dimensioni notevoli, ci fermiamo qui, ma non prima di menzionare le sopravvissute piante del sesto livello (quinta vasca).


Come preannunciato il post finisce qui. La parte nord del Giardino, quella sulla sommità del Bastione, sarà oggetto di un prossimo articolo.