Fenologia minima: risveglio vegetativo, fioritura, fruttificazione.Areale di origine (native range): Himalaya centro occidentale.
Albero dal profilo elegante anche per i lunghi aghi pendenti, raccolti a fascetti di cinque, e le pigne grandi e sottili. Come dice uno dei tanti nomi volgari proviene dai paesi della catena Himalayana ed è arrivato nei giardini di tutta Europa a metà dell’Ottocento. In città è piuttosto comune nei giardini privati (dove però, che io sappia, non ci sono esemplari vetusti) molto meno in quelli pubblici dove i giardinieri del Comune, pare, gli preferiscano il cugino americano, dai tanti caratteri simili, Pinus Strobus.
Aghi a fascetti di cinque, lunghi da 10 a 15 centimetri. Inconfondibile la disposizione degli aghi specialmente sui rametti terminali: lunghi, sottili, elastici ricadono mollemente. Il colore glauco ne esalta l’effetto. Facile confonderlo con Pinus strobus che ha aghi ugualmente sottili e ne porta lo stesso numero nei fascetti. Tuttavia il profilo dei rametti è diverso poiché gli aghi, come mostra la foto, non sono ricadenti.Pigne (coni) lunghe e sottili, spesso ricurve, hanno scudo (la parte terminale della squama) marrone chiaro con umbone in punta. Quasi sempre è presente una resina bianca come ritocchi di glassa. Coni maturi in giugno. Un pronunciato peduncolo lo distingue dal pino strobo.Giugno. Per questi coni è passato un po’ più di un anno dalla fecondazione, matureranno fra un anno.Fiori femminili in maggio. Colore rosso fucsia e forma allungata, come la pigna che verrà.In novembre il cono fecondato ha già assunto l’aspetto di piccola pigna.Le infiorescenze maschili sono composte da coni ellissoidali affastellati alla base di un asse (il rametto dell’anno) in strutture tipiche dei pini.Ogni cono ha alla base squame protettrici (sepali), le numerosissime squamette più piccole hanno un sottile peduncolo e portano nella pagina interna le sacche polliniche. In maggio i pini si presentano con questi lunghi, e un po’ ridicoli, pennacchi: sono i rametti dell’anno. Alcuni portano alla base le infiorescenze maschili (e sono quelli che crescono meno velocemente), altri hanno in cima i fioretti femminili (le macchioline violacee nella foto), i rimanenti sono liberi da incombenze.Tutto ciò avviene ordinatamente su branche e rami diversi della pianta.Da giovane il wallichiana ha corteccia a grandi placche piatte e grigie delimitate da scanalature rossicce; in età matura le placche si scuriscono e si infittiscono, conservando sempre la superficie prevalentemente piatta, anche se con qualche screpolatura in più.L’esemplare più grande e più vecchio della città, che io sappia, abita un giardino compreso tra il Bastione della Gatta e Via Sarpi; vicino si trova una Palestra Comunale. Coll’avanzare dell’età la chioma si dirada e si distinguono i palchi più o meno orizzontali tipici del genere. Lì vicino, quasi all’inizio di Via Sarpi dalla parte di Porta Trento, seminascosto da grandi platani si trova un altro bell’esemplare. Da giovane il portamento è conico, e il fogliame è più fitto. Bene si vede in questo individuo in Via Maroncelli, difronte all’entrata del Parco Europa.E ancora di più in questa bellissima pianta al Parco della Conifere di Ome, messa a dimora nel 1996 e lasciata crescere in pace.Parco Milcovich in giugno. Un wallichiana seminascosto da un foltissimo negundo. Via delle Melette, qui vivono due ragguardevoli esemplari assieme ad altre conifere. Un piccolo spazio attorno al campanile della Chiesa di San Girolamo che ospita anche un gruppo di Thuja occidentalis.In una vecchia foto il wallichiana che abita il Giardino Città dei Bambini in Via Sant’Eufemia, un altro luogo, ma molto più grande, gremito di conifere.Un giardino privato su Corso Umberto I, qui viveva un considerevole esemplare che purtroppo è morto. Con l’aiuto dell’Omino Street View lo si può vedere completamente secco nel Giugno 2019. Foto del Febbraio 2020. Si vede una Magnolia e un particolare della facciata.Un wallichiana vive lungo il Tronco Maestro all’altezza del Ponte della Catena. L’ennesima vittima della pratica troppo consueta dell”innalzamento della chioma’, come se si trovasse sul ciglio di una strada di grande comunicazione.Un giovane e bello wallichiana, recentemente però potato brutalmente, vive lungo il Bacchiglione in Passeggiata Conciapelli. L’unico sempreverde, a parte due ginepri sabina, di quel tratto di fiume.Un esemplare bello e robusto in Via Eulero – Brusegana.
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2 pensieri su “Pinus wallichiana – Pino dell’Himalaya”
Sono lieto che le sia piaciuto, grazie.
Bravo, semplice ma completa la descrizione della pianta e delle principali differenze con lo strobus. Molto simpatica l’idea di rintracciare le piante in città.
Sono lieto che le sia piaciuto, grazie.
Bravo, semplice ma completa la descrizione della pianta e delle principali differenze con lo strobus. Molto simpatica l’idea di rintracciare le piante in città.