Fenologia minima: ciclo vegetativo, fioritura, fruttificazioneAreale di origine (native range): Missouri (USA)
Il Moro degli Osagi o Gelso del Texas ricorda nel nome una tribù indiana che abitava l’alveo del fiume Osage, un affluente del Missouri, nell’attuale omonimo Stato. I coloni lo usavano per farne siepi impenetrabili al bestiame e, prima ancora, gli indiani Osage ne facevano archi.
Quello che colpisce di più di questa pianta sono i frutti: grosse palle con strane increspature levigate.Loro se ne stanno mimetizzate in cima ai rami…… per poi cadere pesantemente e abbondantemente. La foto precedente è presa al Giardino Merlin, ma curiosando su Google Maps ne ho trovata una (opera di Arrowhead Hunter, forse uno pseudonimo…) dove una scena simile si svolge sulle rive del fiume.Osservandole da vicino si capisce ben presto dai residui del fiore che si tratta di una infruttescenza del tipo di quelle dei gelsi. E quando, finalmente dopo anni di appostamenti, si riesce a mettere le mani sull’infiorescenza femminile tutti i pezzi si rimettono a posto.Dozzine e dozzine di fioretti nudi dai lunghi e sottili stili e stigmi puntiformi, si protendono come una stella di rette in tutte le direzioni a intercettare il polline.Una infruttescenza apertasi cadendo consente di sbirciare all’interno: i singoli semi sono ordinatamente disposti a raggera.Per il fiore maschile ci dobbiamo accontentare di un disegno. Infiorescenza in tozzi grappoli e singoli fiori con quattro stami ad antere doppie. Foglia con apice lungo e acuminato, picciolo evidente, lamina liscia, bordo intero. La fillotassi è alterna.Pagina inferiore glabra e con nervature evidenti.In autunno diventano di un bel giallo limone.E in terra quasi violacee; ancora una volta a somiglianza del gelso.Rametto spinato, utilissimo per formare siepi impenetrabili. Se la pianta è lasciata crescere, da adulta perde le spine. Gemma piccola e marroncino, simile a quella del gelso (stessa famiglia).
Poche sono le maclure in città, dopotutto è un albero per la campagna: coltivato massicciamente in Europa nell’Ottocento come succedaneo del Gelso bianco per l’alimentazione del baco da seta.
Il portamento è alquanto irregolare nel tronco, e la chioma tende ad espandersi disordinatamente. Nella foto gli esemplari di proprietà dell’Orto Botanico che lasciano cadere i loro frutti nel Giardini Merlin. Delle maclure che abitano Passeggiata Bianchini d’Alberigosi è già parlato in un post precedente; speriamo se ne salvi almeno qualcuna.Giovani alberelli lungo il sentiero che conduce al Parco delle Conifere di Ome.La corteccia si sfalda in lunghe placche ondeggianti che crescono a strati e lasciano ampi spazi rossastri. Alcuni strati si sollevano ma difficilmente cadono.
Due vetuste maclure di cui una monumentale
Anziano Maclura alla Reggia di CasertaMaclura pomifera monumentale alla Villa di StraDa diversa angolazioneIl poderoso tronco.
Correlati
3 pensieri su “Maclura pomifera – Moro degli Osagi”
Molti esemplari a San Giorgio piacentino,ai bordi dei campi lungo la passeggiata verso il Nure.
Finalmente, nel giardino botanico dell’Università di Genova ho trovato un esemplare col nome!!
Al momento non ho foto, le ho nell’archivio del pc.
Grazie per la segnalazione.
Ho trovato un albero in località Campo Rotondo ,Bassacutena, comune di Tempio Pausania, albero pintato nel 1920.
Molti esemplari a San Giorgio piacentino,ai bordi dei campi lungo la passeggiata verso il Nure.
Finalmente, nel giardino botanico dell’Università di Genova ho trovato un esemplare col nome!!
Al momento non ho foto, le ho nell’archivio del pc.
Grazie per la segnalazione.
Ho trovato un albero in località Campo Rotondo ,Bassacutena, comune di Tempio Pausania, albero pintato nel 1920.