In un post dell’Agosto scorso si era segnalato l’abbattimento di un notevole numero di piante, fra cui molte robinie, in Via Raggio di Sole. Il fatto risale al Giugno dell’anno prima come documentato in un post della pagina Facebook del Comitato Difesa Alberi e Territorio. Sconcertante la lettura dei commenti, specie quando si contrappone la sopravvivenza della vegetazione alla visibilità della cinta muraria.


Il luogo e il poetico nome della via sono legati alla storia delle istituzioni scolastiche della città, ma non pare questo, francamente, il momento di parlarne. Unalberoalgiorno si riserva di dedicare un apposito post all’argomento in circostanze meno tristi.

In fondo si intravvede il magnifico filare di Ippocastani descritto in un vecchio post. Articolo che forse è utile rileggere per capire la topografia del sito: sostanzialmente l’area attorno al Bastione Impossibile.













L’intervento è contemporaneo alla approfondita pulizia di quel tratto di Mura cinquecentesche; ‘pulizia’ che sembra stia molto a cuore al Comitato Mura come si evince da questo documento, che a pagina 30 raccomanda la ‘liberazione da arbusti ben radicati e alberi’ della cinta muraria. Ed è presumibile che questa libera associazione di cittadini lavori a stretto contatto con l’Assessorato ai Lavori Pubblici il quale ha apposita delega alla ‘Valorizzazione della cinta muraria e del Parco delle Mura’.

La circostanza, poi, che manchino le schede tecniche sull’abbattimento, ricorda la vicenda dei due alberi storici dei Giardini dell’Arena. Anche in quel caso mancava la scheda per il Ligustro, e quella della Sofora parlava di ‘taglio radici di ancoraggio a causa di ampio fronte di scavo’ (come dire: prima è stato fatto il buco danneggiando le radici e poi siamo dovuti correre ai ripari), e anche in quell’occasione c’era di mezzo un intervento sulle Mura cinquecentesche. Ma possibile che gli alberi e i monumenti della città debbano entrare in conflitto?

Tempo fa nessuno si scandalizzava per la consuetudine di eliminare fisicamente i gattini neonati ‘in eccesso’. Da bambino vivevo in un paese di mare e ricordo che uno dei modi (fra i più pietosi?) di sopprimerli era metterli in una scatola per scarpe e adagiare il tutto delicatamente sull’acqua. Ben presto la scatola guadagnava il largo; a volte la corrente era così forte che non facevamo in tempo a vedere la scatola intrisa d’acqua affondare, altre si poteva ‘godere’ dell’intero spettacolo. Oggi la sensibilità è cambiata, e a nessuno verrebbe in mente di seguire una pratica così crudele verso gli animali.

Anche per le piante, nonostante tutto, qualcosa sta cambiando, e sempre più persone inorridiscono al pensiero di abbattere, se non per gravi motivi, gli alberi, così come la gran parte fa per gli animali. Lavori scientifici e libri di divulgazione oltre che articoli a stampa e in rete ci insegnano che gli alberi sentono, vedono, comunicano… Persino il lessico sta cambiando, non pochi, ad esempio, usano il verbo ‘uccidere’ in luogo di ‘abbattere’ a proposito degli alberi (per gli animali oggi è quasi scontato), e questo è un ottimo segnale. Insomma, il diffondersi a tutti i livelli, professionali e culturali, del rispetto per la vita vegetale sembra solo una questione di tempo…
Aggiornamento 28 Novembre 2021

