Fenologia minima: ciclo vegetativo, fioritura, fruttificazioneAreale di origine (native range)
Albero elegante e bello con chioma scura che in presenza di vento, anche non troppo teso, improvvisamente si macchia di bianco, merito delle foglie dall’argentea pagina inferiore. Rami assurgenti bianchi al pari della corteccia aprono la chioma al cielo. In città è raro, i giardinieri gli preferiscono il pioppo grigio, forse per abitudine o forse perché consigliati dai vivaisti; un peccato perché, anche se specie molto simili, il Nostro ha una marcia in più grazie alle foglie lobate. Un posto dove osservarlo con facilità è l’isola del Lido di Venezia.
Bassanello, lungargine sinistro del Bacchiglione, e dal lato opposto la statale per Battaglia. I due alba, a destra, fronteggiano uno splendido Ontano, sull’altra riva. Riviera S. M. Elisabetta (Lido). Dall’omonimo Piazzale uno spettacolare lungolaguna si spinge fino alla Chiesa di San Nicolò: costellato di alba e lecci, e delimitato da una incredibile siepe di Elaeagnus x ebbingei. Insomma, vale una visita. Giovane esemplare lungo una delle riviere verso il borgo di Malamocco. Nelle giornate ventose è impossibile resistere alla tentazione di fotografare questi alberi.Pineta di San Nicolò, Lido di VeneziaDiga di San Nicolò, un tripudio di polloni.Piazzale San Giovanni, qui viveva fino alla Primavera del 2016 un maestoso alba che non si è arreso al taglio e ha continuato a rigettare polloni per due anni. (Foto Settembre 2016).
La specie presenta un polimorfismo fogliare che potremmo definire dicotomico: foglie lobate e non. Fenomeno utilissimo poiché aiuta a distingue l’alba dal canescens: se trovate anche foglie lobate, allora siete in presenza di un pioppo bianco, altrimenti è grigio.
Foglie di tipo lobato: cinque o tre lobi muniti di radi dentiFoglie di tipo non lobato: ellittiche o orbicolari, vertice acuto, base ottusa o cordata, bordo grossolanamente dentato. Molto simili alle foglie del pioppo grigio. La pagina superiore è verde profondo, l’inferiore ricoperta di spessa peluria candida...…per entrambi i tipi di foglie. Picciolo e rametti anch’essi pelosi.Una leggera peluria ricopre anche la pagina superioreSezione di una foglia, a destra la pagina inferiore; la peluria è molto meno fitta sulla pagina superiore (a sinistra).Pagina inferioreLa fitta trama della peluriaAnche il picciolo è ricoperto di peluria lanuginosa.Pianta dioica, come tutti i pioppi. Fiori maschili in amenti pelosi, resi rossi dalle antere che fanno capolino da sotto le brattee dai sottili denti villosi.Fiori femminili anch’essi in amenti pelosi ma verdastri per fiaschiformi pistilli. Nella foto i fiori appena fecondati conservano parte delle brattee.Frutti maturi in aprile. Piccole capsule liberano minuscoli semi immersi in una bianca peluria. Corteccia bianca con piccole fessurazioni convesse. Con l’età si frattura alla base in lunghi solchi. E in questo imita il castagno. Tronchi dritti e biancheggianti lungo il bordo della Pineta di San Nicolò al Lido.Un alba lungo il tratto non tombinato del Naviglio Interno (fra la Specola e il Ponte delle Torricelle).Parco Europa in novembre.
Spigolature
Corot, Il Parc des Lions a Port-Marly (particolare), 1872, Thyssen, MadridAsher BrownDurand, Un torrente nel bosco, 1865, Thyssen, Madrid. Al contrario del precedente, l’albero ritratto è di controversa identificazione. L’artista ritraeva i soggetti rigorosamente en plein air, naturalmente poi doveva lavorarci in studio visto il dettaglio della fattura, e proprio questa ricchezza di particolari consente il riconoscimento. Senonché Durand non si recò mai in Europa, che io sappia; come ha potuto dunque riprodurre un pioppo bianco? Una possibile spiegazione potrebbe risiedere nel fatto che l’introduzione della pianta in Nord America risale alla seconda metà del Settecento, e oggi la specie è considerata addirittura infestante (non si fa fatica a comprenderlo conoscendo le abitudini delle piante pioniere). Dunque il nostro avrebbe avuto tutto il tempo per stabilirsi sulla riva di quel ‘torrente’.