Recentemente ho scoperto l’esistenza di un racconto di Jean Giono del 1954 dal titolo L’uomo che piantava gli alberi. Mi è piaciuto tanto che ho deciso di condividerlo; e visto che ci sono ho pensato di accompagnarne la lettura, o meglio questo film free, con foto di alberi di Padova delle specie protagoniste.
Non è facile trovare la lettura integrale senza incorrere in conflitti di diritti d’autore, ho scelto questo film, free, che mi sembra colga bene lo spirito del libro.
Una lettura integrale, fatta da un attore notissimo, si trova a questo link. Fino a quando dura…
Il racconto si apre con la collocazione geografica: “… stavo facendo una lunga camminata, tra cime assolutamente sconosciute ai turisti, in quella antica regione delle Alpi che penetra in Provenza. Questa regione è delimitata a sud est e a sud dal corso medio della Durance, tra Sisteron e Mirabeau; a nord dal corso superiore della Drome, dalla sorgente fino a Die; a ovest … [dai] contrafforti del Monte Ventoux.”
“Il pastore che non fumava prese un sacco e rovesciò sul tavolo un mucchio di ghiande si mise a esaminarle l’una dopo l’altra con grande attenzione, separando le buone dalle guaste.”
Che ghiande erano? probabilmente si trattava del frutto del Leccio (Quercus ilex) pianta caratteristica del paesaggio mediterraneo, ma non è detto.Un leccio lasciato crescere senza potatura dei rami più bassi, è così che più o meno si presentano in natura. Qui al Parco Europa.I lecci emettono polloni, una caratteristica importante per creare una macchia.I vetusti lecci di Piazza MazziniMa avrebbero potuto anche essere ghiande di Farnia (Qercus robur) come lascia intendere l’artista che ha illustrato il videoOttobre, farnie in Via CitoloQuercus robur fastigiata in Via delle Palme. Questa cultivar è spesso messa a dimora in città, il motivo è evidente: minimo ingombro massima eleganza.
“Stava studiando, d’altra parte, la riproduzione dei faggi e aveva accanto alla casa un vivaio generato dalle faggine. I soggetti, che aveva protetto dalle pecore con una barriera di rete metallica, erano di grande bellezza. Pensava inoltre alle betulle per i terreni dove, mi diceva, una certa umidità dormiva a qualche metro dalla superficie del suolo.”
Faggiola di Faggio composta da un involucro legnoso munito di morbidi aculei e due semi a sezione triangolareSi fatica a trovare un Faggio comune (Fagus sylvatica) in città. I giardini ospitano solo le cultivar più appariscenti. Questa rara coppia abita un giardino di Via Fra Paolo Sarpi.Faggiole di Fagus sylvatica purpureaFagus sylvatica purpurea dal Vicolo Santonini, questa cultivar è molto presente in cittàIl magnifico esemplare di Fagus sylvatica pendula dei Giardini dell’Arena. Qui vivono le più pregiate cultivar di Fagus sylvaticaFaggiola di Fagus sylvatica asplenifolia, una coltivar dalla foglia profondamente seghettataFagus sylvatica asplenifolia nel giardino dell’Istituto di Fisica in Via MarzoloGiardini dell’Arena, Fagus sylvatica tricolorFrutti di Betulla bianca (Betula pendula), i semi, piccolissimi e muniti di ali, si disperdono col vento. In secondo piano, tra le giovani foglie, amenti femminili non ancora maturi.A destra semi di Betula pendula, a sinistra le squame dell’amento che li contiene.Un bell’esemplare di Betulla bianca al Giardino Città dei BambiniUn gruppo di giovani betulle al Parco Milcovich. Sullo sfondo il Santuario dell’Arcella.
Nella seconda parte del racconto, quando la vita inonda la regione tra i due fiumi e il Monte Ventoux, quest’ultimo una tappa quasi obbligata del Tour, sono nominati altri alberi come salici, aceri, tigli, ma illustrarli tutti sarebbe forse troppo lungo.
Aggiornamento 20 Febbraio 2019
Qualche giorno dopo aver pubblicato questo post ho scoperto un video su youtube che mi suggerisce un aggiornamento.
Correlati
2 pensieri su “L’uomo che piantava gli alberi”
Ed io sono felice che lei abbia approvato la mia scelta. Mi fa molto piacere poter condividere con lei l’amore per queste magnifiche creature. Mi piacerebbe saperne di più, mi scriva pure all’indirizzo dei contatti. Quello che dice è veramente importante e bello, forse vale la pena approfondire.
Un caro saluto.
Salve sono l’autore del video amatoriale “L’UOMO CHE PIANTAVA GLI ALBERI” quando ho scoperto questo stupendo libro,già facevo come il protagonista,piantavo ghiande,in giro,in punti dove,pensavo, non potesse arrivare la falce,sono contento che sia stato inserito come documentazione nella sua pagina, un saluto Maurizio Callegati.
Ed io sono felice che lei abbia approvato la mia scelta. Mi fa molto piacere poter condividere con lei l’amore per queste magnifiche creature. Mi piacerebbe saperne di più, mi scriva pure all’indirizzo dei contatti. Quello che dice è veramente importante e bello, forse vale la pena approfondire.
Un caro saluto.
Salve sono l’autore del video amatoriale “L’UOMO CHE PIANTAVA GLI ALBERI” quando ho scoperto questo stupendo libro,già facevo come il protagonista,piantavo ghiande,in giro,in punti dove,pensavo, non potesse arrivare la falce,sono contento che sia stato inserito come documentazione nella sua pagina, un saluto Maurizio Callegati.