Fenologia minima: ciclo vegetativo, fioritura, fruttificazioneAreale di origine (native range)
Da sempre il Noce (Juglans regia) è legato, nella devozione popolare, alla figura di Sant’Antonio: saliva sul noce e parlava ad uomini e animali con la stessa intensità.
Annigoni, Sant’Antonio predica dal noce (particolare), 1985, Basilica del Santo, Padova.L’affresco è gigantesco: copre buona parte della controfacciata.
Un altro dipinto dove compare è Il battesimo di Cristo, capolavoro giovanile di Piero della Francesca. Del quale Unalberoalgiorno purtroppo non possiede una foto ed ha dovuto far ricorso a Wikipedia.
La cura con cui l’artista ha ritratto l’albero è rara, non tanto nel tronco, dove manca ogni accenno alla rugosità della corteccia ma è realistico solo il calore, quanto nelle foglie riprodotte con tutti i caratteri corretti. Alcuni autori parlano di frassino (orniello?), interpretazione plausibile in ragione della forma delle foglie, dell’attaccatura delle branche più basse (le sole visibili) e del colore della corteccia. Tuttavia sembra che le foglioline siano troppo arrotondate perché possano essere di questa specie (e mancano della dentellatura al bordo).Commovente l’inserimento di due giovani piantine di noce, assieme ad altre piante erbacee, ai piedi dell’albero. Non è difficile riconoscerle dalla foglia.
In città l’albero è piuttosto raro, un peccato, perché è bellissimo: con tronco e branche massicci di un affascinante grigio perla; chioma ampia e leggiadra; generoso di colori in tutte le sue parti, e in tutte le stagioni.
Corteccia grigia fratturata in lunghe creste piatte, come in certi tessuti a coste.Sinuosità argentate in un esemplare in età matura.Portamento espanso e slanciato. Splendido gruppo al Parco dei Faggi (Voltabarozzo) in aprile.Aggraziato esemplare in un giardino privato alla StangaScuola Materna Natività di Maria, in Via BronzettiLo stesso esemplare in inverno.Gemma in Gennaio.Foglia imparipennata, grande anche mezzo metro, composta da 5-9 foglioline… …con l’ultima decisamente più grande delle altre. Se strofinate emanano una fragranza tannica.Le foglie compaiono in aprile e inizialmente hanno un bel colore bronzeo. In autunno diventano giallo intenso, completando così un indimenticabile, per chi ha la pazienza di seguirne l’intero ciclo, percorso cromatico.I fiori compaiono assieme alla foglie. Gli amenti maschili inizialmente verdi virano al giallo a maturazione, fino al grigiomarrone verso la fine di aprile. I fiori femminili sono piccoli e schivi, sempre almeno in coppia. I frutti compaiono già in Maggio racchiusi nei loro verdi malli ricchi di sostanze aromatiche. Lasciandoli macerare, per parecchie settimane in alcool, le operose massaie mediterranee ne ricavano un liquore dal profumo intenso e dall‘impossibile gradazione. A fine estate il mallo, ormai nero con sfumature marrone, si strappa ed emerge il guscio della ben nota noce. Giovane pianta al Parco EuropaQuesta giovanissima ‘nogara‘, in un giardino condominiale di Via Palestro, mi ha riportato all’incantevole libro di Mario Rigoni Stern: Arboreto salvatico, Einaudi, 1991, p. 75. ” ‘Vedremo, – dissi, – le nogare vivono laggiù sulle colline e sui monti tra Schio e Bassano, ma tra loro e noi ci sono i boschi di faggio e poi di conifere. Vedremo’. Prima di giugno l’alberello aprì le sue gemme a poche e incerte foglie; all’autunno fu l’ultimo a farle cadere e la neve lo coprì.” Argine destro del Bacchiglione all’altezza del Parco Margherita Hack……il sentiero in cima all’argine.Riviera San Benedetto in prossimità della Specola,……lo stesso esemplare in aprile,……a sinistra un Acero negundo.