Pinus nigra nigra – Pino nero d’Austria

portamento; foglia; fiore; frutto; corteccia; rametto; gemma; seme; fenologia;
areale di origine; dove trovarli

Pinus nigra J.F.Arnold
Annomato da Johann Franz Xaver Arnold, botanico austriaco, nel suo volume Reise nach Mariazell in Steyermark, pubblicato a Vienna nel 1785.

Fenologia minima
Areale di origine (Native range). Una zona molto ristretta che comprende l’Austria, le Alpi orientali, il massiccio della Maiella e parte della penisola balcanica.

Albero che può superare i trenta metri, colore verde scuro e chioma piuttosto varia. Lo si trova abbondante sulle Alpi Orientali e sul Carso dove è facile distinguerlo dai cugini sylvestris e pinaster. In città invece è piuttosto raro, qui a differenza dallo stato naturale è facile confonderlo con quelli, non so bene perché; di fatto a volte appaiono più scuri, forse a causa pel particolato che si deposita sugli aghi.

Da giovane la chioma è conica, poi diventa cilindrica o irregolare, spesso però perde i rami più bassi a allora sembra quasi espansa. I palchi sono a verticillo e orizzontali, ma con le punte all’insù. (Lido di Venezia, località Ca’ Bianca, lato Laguna)
Giovane e aitante esemplare ai Giardini Santa Rita
Spesso il tronco appare diviso in due o più fusti. Pineta di San Nicolò, Lido di Venezia.
Aghi a fascetti di due, mediamente lunghi, di colore verde scuro, rigidi ma non sempre pungenti.
Una decina di file di stomi su entrambe le facce, la superiore convessa e l’inferiore piatta
Bordo seghettato. Lo si sente, se si accarezza l’ago nel verso punta-base.
Sezione semi ellittica. I segmenti bianchi in direzione radiale sono canali stomatici, i cerchietti neri canali resiniferi.
Gli aghi in punta seguono la direzione del rametto, mentre i più arretrati si incurvano in avanti e quelli ancora più in dietro si dipartono perpendicolarmente.
Lunghezza intermedia tra il silvestre e il domestico; spesso incurvati ma mai ritorti. La guaina alla base annerisce con l’età e ciò aiuta l’identificazione. Un ago ha vita media di circa un lustro.
I due aghi sono attaccati ad un corto rametto (brachiblasto) lungo qualche millimetro.
Infiorescenza maschile alla base dei nuovi rametti composta da un mazzolino di coni dapprima rossicci e poi decisamente gialli. I coni portano, attorno al loro asse, minuscole squame disposte a spirale.
Fine aprile. Esaurito il loro compito diventano aranciati, mentre il resto della gemma si allunga e lascia spuntare i nuovi aghi: risveglio vegetativo.
Allargando il campo visivo.
Il fiore femminile ha già la forma della pigna. Le squame che portano gli ovuli sono dapprima rosse, poi trascolorano fino a diventare verdi entro il primo anno.
Lenta trasformazione del cono. La fecondazione non è immediata, il polline è trattenuto alquanto mentre il cono cresce. Foto in luglio.
Coni di un anno.
Pigna (strobilo) non molto grande (si colloca a mezza via fra il sylvestris e il pinaster), ha forma ellissoidale con vertice appuntito e base più piatta.
Gli strobili maturano dopo due anni e poi cadono dopo aver liberato i semi alati. Quando le squame si aprono lasciano vedere la loro parte superiore (unghia) che ha un caratteristico colore nero, particolare che aiuta il riconoscimento della specie.
Lo scudo (parte scoperta della squama) è munito di umbone a forma romboidale con al centro un aculeo appuntito (mucrone).
La base della pigna è quasi piatta e il peduncolo inesistente
Nella foto si distinguono bene questi caratteri
Una attività affascinante è provare a seguire le linee ideali (spirali) che uniscono le squame, conviene concentrarsi sugli umboni. Risulta sempre che il numero delle spirali coinvolte è pari a qualcuno dei numeri della successione di Fibonacci (perennemente presente in Natura); sia se si percorrono le spirali in verso orario che antiorario. Vi rimando a un sito di didattica della matematica, visitatelo non morde…
Seme alato, un paio di centimetri in tutto.
Gemma tozza, tondeggiante, appuntita e resinosa, caratteri che aiutano l’identificazione. Più difficile distinguerla da quelle degli altri pini quando comincia a squamarsi alla ripresa vegetativa.
La corteccia degli individui maturi è grigia, a grandi placche allungate longitudinalmente e delimitate da profonde fessure nere. Le placche sono interamente ricoperte dalle cicatrici lasciate da piccole squame caduche.
Da giovane ha colore marrone rossastro un po’ come tutti i pini, ma cominciano presto a comparire le caratteristiche cicatrici. E ciò aiuta l’identificazione.
Una coppia di giganti dell’Orto, rispettivamente Pinus nigra e Zelkova carpinifolia
Via Paolo Sarpi, in questo spazio fra le mura e la strada vivono molti alberi di una certa età fra i quali alcuni pini austriaci.
Pacro Milcovich, esemplari ramificati alla base. Li abbiamo già incontrati in occasione di un post dedicato ad una affascinante scultura arborea.
Prospettiva insolita su esemplari in giardini privati al Lido.
Notevole individuo al Parco Bolasco, Castelfranco.
Splendido esemplare al Parco di Villa Pisani, Stra.
Azienda Forestale La Bronca, San Martino al Cimino. Interessante riforestazione a base di pino nero e altre specie.
Una escursione piacevole e ricca di biodiversità.

2 pensieri su “Pinus nigra nigra – Pino nero d’Austria

  1. Cara Antonella, grazie per la segnalazione. Lei ha pienamente ragione. Tuttavia Unalberoalgiorno ha fatto la scelta, per motivi di ‘leggerezza’, di usare il termine ‘fiore’ in una accezione allargata cioè come sinonimo di organo riproduttivo, come è specificato in alcuni luoghi del blog, ad esempio alla voce ‘cono o strobilo’ del ‘Glossario illustrato’.
    Mi rendo conto cionondimeno che la cosa può ingenerare confusione, mi ripropongo pertanto di fare sempre le necessarie precisazioni nei prossimi post.
    La ringrazio ancora, e spero che in futuro vorrà segnalare eventuali errori, omissioni, incongruenze.

  2. Grazie del nuovo post sul pino nero : è una splendida pianta e molto comune. Mi chiedevo solo se “fiori” , “infiorescenze” siano termini appropriati per le conifere e le gimnosperme in genere

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