Padova città d’acque – Alberi e canali per un compleanno

6 Naviglio Interno

Il Ponte dell’Osservatorio, da qui ha inizio il Naviglio Interno. Da sinistra: uno splendido Acer negundo, Paulownia tomentosa e pioppi frammisti a olmi.
Riviera Tiso da Camposampiero. Al centro Arundo donax (Canna comune). In questa strada si trovava l’Ufficio Provinciale dei Pesi e Misure.
Dal Ponte Barbarigo verso il Ponte delle Torricelle. Ligustri e Calicanto fioriti.

Presso il Ponte delle Torricelle dal Naviglio Interno si dirama il Canale Santa Chiara che prosegue lungo Riviera Ruzante, mentre il fiume punta decisamente a nord.

In realtà questa parte del fiume è tombinata dagli anni 50 del secolo scorso: scempio paesaggistico perpetrato nel nome di una migliore viabilità; e vergogna permanente della città e dei suoi amministratori. In superficie seguono nell’ordine: Riviera Tito Livio, Riviera dei Ponti Romani, Largo Europa, Via Matteotti, Porte Contarine.

Riviera Tito Livio, Biancospini ornamentali, questi alberelli fanno dei graziosi fioretti rosafucsia.
Resti delle mura trecentesche; siamo davanti al Liceo Tito Livio. Olea europaea.
Fontana in Largo Europa a destra si diparte Via Matteotti. L’albero in tenuta autunnale è un Juglans nigra, omologo americano del noce. L’abbondanza di acqua sembra quasi un parziale risarcimento al paesaggio cittadino, per i torti subiti.

Il Naviglio terminava alle Porte Contarine, un complesso idraulico dalle molte funzioni: doppia chiusa, per permettere alle imbarcazioni di superare il salto d’acqua di quasi tre metri esistente fra il Naviglio Interno e il Tronco Maestro; mulini, per la macina del grano; idrovore, per pompare acqua verso il vicino Macello (oggi sede dell’Istituto d’Arte Selvatico).

Pinus pinea e Ligustrum lucidum abbelliscono il luogo. Sulla destra si intravedono i frassini meridionali di Via Matteotti, belli in tutte le stagioni ma particolarmente in autunno quando diventano multicolori. Ho sempre creduto che l’arco a due colori simboleggi l’incontro fra i due canali, magari mi sbaglio.
La chiesetta settecentesca di Santa Maria. Ligustrum lucidum auromarginatum fiorito.

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