Helianthus tuberosus L. Nome imposto da Linneo nel celeberrimo Species Plantarum, Stoccolma, 1753.
La pagina 905. Foglie ovate cordate, nervature che si uniscono sulla lamina. Linneo sbaglia il paese di provenienza, errore che eredita da Garspard Bauhin, che a pagina 70 dei suoi Prodromos Theatri Botanici, Basilea, 1671, lo chiama Chrysanthemum latifolium brasilianum. Ho riportato alla fine del post la descrizione di Bauhin.
Molte fonti fanno riferimento alla possibilità che le foglie siano, talvolta, cordate, ma né l’esemplare dell’erbario di Linneo (dunque il campione tipo) né quello di Smith, conservati presso la Linnean Society, hanno questo carattere. Personalmente non l’ho mai trovato, ma, naturalmente, continuerò a cercare.
Etimologia Il nome del genere è piuttosto facile: helios è sole e anthos è fiore (dal greco), insomma, come tutti sanno: fiore che segue il sole. Quello di specie è un riferimento esplicito al termine tubero. Il nome volgare è forse un francesismo in riferimento alla tribù Tupinamba, che abitava una regione dell’attuale Brasile.
Fenologia minima. Pianta perenne, ma in inverno secca completamente; fusti e foglie rispuntano poi in maggio.Areale di origine (Native range) – Areale esteso a più biomi.
Pianta perenne ma all’apparenza annuale, in vero la parte aerea secca completamente in inverno e rispunta verso maggio, mentre quella sotterranea ha tuberi (tecnicamente un rizomi tuberiferi) coriaceo e resistente.
Grandemente apprezzato in cucina.I nuovi fusti salgono in fretta alti e dritti con ramificazioni a angolo acuto. Murazzi, Lido di Venezia.Un angolo di natura in città. A sinistra, non inquadrato, un tratto di mura cinquecentesche. Argine destro del Bacchiglione presso il Ponte dei Tadi, improvvisamente a fine agosto 2017 sono comparse alcune piantine senza però fiorire. L’anno dopo in ottobre, dopo essersi incredibilmente moltiplicate, son riuscite a farlo in una esplosione di giallo.Sfalcio degli argini in città. Con nobile gesto han risparmiato i topinambur e qualche rifugio per gallinelle d’acqua. Foglie a fillotassi alterna, ma non sempre. Alcuni soggetti le hanno opposte, ma poi verso la parte alta dello stelo tendono a disporle in modo alterno; come se la fretta di crescere facesse dimenticare il dettato originario.Nella foto esempio di foglie opposte. La forma è allungata; base e vertice acuti; bordo vagamente dentato. La lamina prosegue verso il picciolo come a formare espansioni alate. Sono presenti due tipi di venature secondarie. Il primo concorre con la venatura principale verso il picciolo, con disegno caratteristico. Mentre le venature del secondo tipo si staccano dalla principale formando ampi occhielli. La pagina superiore è verde ma vira al glauco (in specie verso la fine dell’estate), l’inferiore è più chiara, col tempo diventa pallida e la tendenza verso l’azzurrino si fa più marcata.La superficie è ruvida al tatto (percorrendo la lamina dal vertice al picciolo) a motivo di aculei tozzi e rigidi presenti su tutta la pagina superiore. Mentre l’inferiore ha peli, dall’aspetto più comune, distribuiti specialmente lungo le nervature… …e il bordo.Il fiore o meglio l’infiorescenza è grande e bellissima: la pianta dalla fine dell’estate a metà ottobre si veste di macchie gialle dorate che attraggono prepotentemente la vista.La struttura è complessa.Un sottile stelo (o peduncolo) sostiene il ricettacolo interamente coperto da brattee pelose di forma triangolare sovrapposte le une alle altre.In boccio e da diversa angolazioneIl ricettacolo comune sorregge un capolino formato da due tipi di fiori: un giro esterno di fiori sterili la cui corolla è composta da un unico petalo (fiori ligulati); e un disco interno di fiori fertili, bisessuali, che maturano cominciando dalla periferia(1).Dopo aver tolto brattee e fiori sterili, si palesano, tutti assiepati, i singoli fioretti fertili. Ogni fiore fertile è protetto da una brattea squamosa appuntita (in alto nella foto). Corolla gamopetala con cinque lobi triangolari, all’interno gli stami saldati per le antere a formare un tubicino dal quale emerge lo stilo che termina in stigmi arricciati. Ovario infero.Lo stigma è inizialmente racchiuso nel tubicino di antere, poi si fa strada e sbuca carico di polline. Levata la corolla e fatto slittare il tubicino formato dalle antere, i filamenti si flettono un po’ e la foto non ha niente da invidiare al disegno schematico che simboleggia la classe syngenesiadi linneana memoria (oggi diremmo piante singenesie o sinandre).Affollamento di stigmi bifidi.Calice formato da foglioline, o squamette, bianche e diafane.Il retro di un fiore sterile. Si riconosce il calice tra ovario e attaccatura della corolla.Il davanti. Ha il pistillo completo, ma……l’ovario è desolatamente vuoto.Corolla di un fiore sterile. All’apparenza un unico petalo, in realtà sono quattro (a volte sembrano tre) saldati: corolla gamopetala dunque.Ovario di due carpelli e un’unica loggia. Un solo uovo attaccato al fondo (placentazione basale – tutte le composite fanno così).Il frutto è un achenio dalla buccia fibrosa e rigida. I fusti han pelle verde, scabra e pelosa.La pagina 70 del libro di Bauhin.
(1)I fioretti tecnicamente si dicono flosculi, e possono essere di due tipi: tubulosi e ligulati (in genere sono tutti fertili, non si pensi al caso particolare del topinambur).
Da sinistra: flosculo tubuloso e flosculo ligulato, in una illustrazione tratta da Tournefort, Elemens de botanique ou methode pour connoitre les plantes, Parigi, 1694, Volume 2, Tavola 11.
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2 pensieri su “Helianthus tuberosus – Topinambur”
Grazie.
Sì è vero produce tanto polline, che aumenta col passare dei giorni al maturare dei fiori. Spero li raccolga con moderazione, uno, al massimo due…
Bellissima descrizione, pianta che ogni autunno mi attira…raccolti i fiori ,però c è il problema del polline giallo che sporca turro
Grazie.
Sì è vero produce tanto polline, che aumenta col passare dei giorni al maturare dei fiori. Spero li raccolga con moderazione, uno, al massimo due…
Bellissima descrizione, pianta che ogni autunno mi attira…raccolti i fiori ,però c è il problema del polline giallo che sporca turro