Via Friburgo – 119 alberi uccisi

Come ormai d’abitudine Unalberoalgiorno parla con un qualche ritardo degli accadimenti arborei più tristi avvenuti in città nella speranza che la distanza temporale aiuti a dare un giudizio più distaccato e meno emotivo. Così dopo ben sette mesi è ormai tempo di affrontare i fatti di Via Friburgo. All’alba del 1 Dicembre 2022 fra il Cavalcavia Maroncelli e Via Venezia, sono stati uccisi 119 alberi, di cui molti pioppi cipressini maturi, per far posto ad una barriera anti rumore.

Alta quattro metri avrà uno spessore di dodici ai quali bisogna aggiungere altri tre per la manutenzione. Da qui la necessità di liberare lo spazio prospicente la strada. (Disegno modificato da Padovanet).
La fascia interessata (Disegno modificato da Padovanet)
Una immagine da GoogleMaps. Si distinguono i grandi cipressini e gli altri alberi e arbusti ormai scomparsi.
Ricca e florida vegetazione, cresciuta poco alla volta, in numero e dimensioni, negli ultimi decenni; anche col contributo dei residenti. Nella foto si distinguono robinie, conifere, alberi da frutto e i già citati cipressini. (Fonte Padovanet)
Ancora uno scorcio con grandi pioppi neri in secondo piano. (Fonte Padovanet)
Grande la protesta in città di comitati e organizzazioni varie. Le critiche si sono concentrate sia sull’impresa in sé, sia sulle modalità seguite. Pare infatti che dopo un solo incontro si siano evitati successivi confronti con i cittadini, e che anche all’interno del Consiglio Comunale siano stati disattesi impegni presi con componenti dell’opposizione e della stessa maggioranza su ulteriori approfondimenti. (Nella foto una pagina del Gazzettino di Padova del 2 Dicembre 2022).
Ruspe all’alba, l’ora antelucana ha ispirato uno spiritoso incipit al post Facebook dell’ex Assessora al Verde e componente dell’attuale maggioranza. (Fonte dell’immagine)

A parte la facezia iniziale l’articolo è piuttosto duro e fa il paio con la presa di posizione di una delle formazioni politiche della coalizione di maggioranza (si cerchi nel sito il post del 21 Dicembre 2022). Nell’articolo compaiono diversi argomenti, ma quello politicamente più significativo è l’aver giudicato l’abbattimento come un atto in contraddizione con il Piano degli Interventi e, di conseguenza, con altre linee programmatiche della stessa maggioranza.

Fonte dell’immagine

La spesa dell’opera ammonta a seicentomila euro, a questa cifra si deve aggiungere un recente contributo dell’Ente Interporto per ‘migliorare ulteriormente l’intervento’. A proposito di spese e costi non sarebbe ora che nei bilanci delle opere venisse conteggiato il valore economico delle piante abbattute? È di ieri la notizia del monitoraggio degli alberi stradali del Comune con rilevamento e elaborazione di numerosi parametri tra i quali proprio il loro ‘valore economico’.


Da qualunque parte si prenda l’accaduto, una cosa si può dire in tutta sicurezza: esiste un punto di vista diffuso secondo il quale gli alberi non hanno alcun diritto. La negazione del diritto alla vita ha giocato in questa vicenda un ruolo determinante e deve essere stata così radicata da non aver fatto pensare (per tutta la durata del bando e della stesura del progetto, diciamo qualche mese?) alla possibilità di alternative. Forse questo punto di vista oggi può sembrare ovvio, ma i nostri modi di sentire sono, dopotutto, storicamente determinati e domani le cosa potrebbero cambiare.

Anche gli schiavi d’America non avevano diritti (primariamente alla libertà), anche le donne in Italia non avevano diritto al voto, anche gli animali non avevano diritti. Ma i tempi inevitabilmente maturano e tutto cambia, nei casi contemplati tre date simboliche: 18 Dicembre 1865, 2 Giugno 1948, 15 Ottobre 1978.
L’idea che col tempo i modi di percepire l’esistenza vegetale cambieranno, e che prima o poi si costruirà una carta dei diritti delle piante, non si fonda su mero fatalismo, ma sulla convinzione che a furia di produrre argomenti (le piante sono esseri sociali, imparano, sentono dolore… si veda ad esempio questo video dall’istante 1:54:00) e di lottare nelle singole realtà, anche le più piccole, il sentire comune può essere modificato.

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