Salix caprea – Salicone

portamento; foglia; fiore; diagramma fiorale; frutto; corteccia; seme; fenologia; areale di origine; sistematica e etimologia; dove trovarli


Salicaceae
Salix caprea L.
Nome imposto da Linneo nel celeberrimo Species Plantarum, Stoccolma, 1753.

La pagina 1020. Sia la descrizione sia i vecchi nomi si concentrano sulla singolare (per un salice) forma delle foglie e sulla abbondante calugine.

L’etimologia del genere è incerta, per alcune fonti deriverebbe dal celtico ‘sal lis’ che vale ‘presso l’acqua’. Il nome della specie pare derivi dal volume New Kreütter Büch (edizione illustrata del 1546) di Hieronymus Bock un botanico tedesco che operò attorno alla metà del Cinquecento. Il libro contiene una illustrazione del salicone in cui compaiono delle capre, ma c’è anche da dire che Bock in tedesco vuol dire caprone. Vale la pena di leggere la sua affascinante storia.

Il salicone nel libro di Bock del 1546, opera dell’illustratore David Kandel.

Fenologia minima
Areale di origine – Native range. Areale molto ampio, si estende su tre regioni climatiche dalla temperata calda alla fredda.

Albero dalla vivace fioritura e dalle foglie stranamente arrotondate che sembrano fatte apposta per fuorviare il Cacciatore di Alberi.

Ha dimensioni modeste e rami che si innalzano spediti a formare una chioma aperta
Ma può crescere anche come un grosso arbusto e allora sembra un cono rovesciato.
Foglia tondeggiante con vertice e base ottusi. Non certo quello che ci si aspetta da un salice.
Le nervature decisamente incassate rendono scabra la superficie fogliare. Le secondarie, variamente distanziate fra loro, tendono a deviare verso il vertice, quelle del terzo ordine sono reticolate.
La pagina superiore è verde scuro alquanto pelosetta, l’inferiore è molto più chiara anche a cagione di una consistente peluria distribuita piuttosto uniformemente. Bordo fogliare seghettato verso la base, ma può presentare andamento ondulato.
Giovani foglie, particolarmente evidente la peluria e la lavorazione a sbalzo.
Pianta dioica come tutti i salici. Le infiorescenze maschili sono le più vistose per le giallissime antere.
Brevi amenti grassottelli gremiti di minuscoli fiori…
…senza corolla ne calice
Due antere e una squama pelosa a protezione.
Anche le piante femminili fanno bella mostra di sé alla fioritura
Ma le infiorescenze non sono così sfacciatamente gialle, anzi restano più piccole e virano al verde
Solo gli stigmi sono tra verde e giallo
Visti da vicino sono bellissimi, flessuosi e brillanti…
…sembra vogliano annodarsi fra loro
Nella foto, pistillo completo; montato su un lungo peduncolo e protetto da una brattea pelosa. Lo stilo è anch’esso ricoperto da un vello sericeo, visibile di più o di meno a seconda dell’incidere della luce (si riveda una delle foto precedenti).
Diagramma fiorale di Salix caprea.
Infruttescenze in amenti. Il frutto è una capsula a forma di fiaschetta con in cima resti degli stigmi.
All’apertura mostra pappi bianchi a fili diafani con riflessi iridescenti
Seme leggerissimo. I salici sono piante pioniere e puntano tutto sul vento: esigue le riserve nutritive ma rapido l’attecchimento. I semi possono arrivare fino a centinaia di metri di distanza dalla pianta madre.
Occupano spazi poco graditi alle altre specie come scarpate o aree pietrose. Nella foto una mulattiera presso Enego (Altipiano di Asiago).
In città è rarissimo. Nella foto una giovanissima femmina in Orto, presso la fontana di Salomone (Porta est). Vive assieme a un maschio suo coetaneo.
Sentiero nell’Inverclyde (Scozia, foce del Clyde) in maggio. La fioritura ritarda con la latitudine e l’altezza, e anche le dimensioni restano contenute.
Corteccia liscia e grigia
Da giovane con numerose lenticelle a forma di rombo.

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