Morus nigra – Gelso nero

portamento; foglia; fiore; frutto; corteccia; gemma; fenologia; areale di origine; sistematica; dove trovarli

Moraceae
Morus nigra L.
Nome imposto da Linneo nel celeberrimo Species Plantarum, Stoccolma, 1753

La pagina 869. Foglie cordate e ruvide ci informa Linneo cogliendo l’aspetto più caratteristico della specie. Ottimo anche il suggerimento di Bauhin (Theatri Botanici) che predilige il frutto.


Fenologia minima
Areale di origine (Native range) limitato alle regioni a sudovest dell’Iran.

Albero di medie dimensioni a chioma globosa e scura. Molto simile al gemello alba, dal quale differisce tuttavia, a guardar bene, sia per il portamento, ché quello tende a crescere di più, sia per il colore delle foglie, e quindi della chioma, più scure, quasi cupe; mentre l’altro le ha d’un verde più frivolo. In città è rarissimo, un solo esemplare (che io sappia) a Salboro in fondo a Via Ferrabino.

In maggio gonfio di foglie
Solo un mese prima severamente potato.
Anziano nigra in un giardino privato a Saccolongo (PD). Così bello da sembrare uscito da un manuale.
Un altro venerabile, grandemente ramificato, al Giardino Atlantico di Gijon nelle Asturie.
Foglie grandi, arrotondate, base (di norma) cordata
Pagina superiore verde scuro; ruvida al tatto
Pagina inferiore opaca, venature ben evidenziate.
Gemme in gennaio, piccole e tondeggianti.
Pianta dioica, ma a volte sullo stesso rametto compaiono fiori di entrambi i sessi. Infiorescenze femminili in amenti tarchiati; le protuberanze diafane sono gli stigmi dei singoli fioretti.
I quali singoli fioretti sono minuscoli e sgonfiotti. Nella foto si distingue lo stigma bifido e, a guardar bene, quattro tepali carnosi.
Non ho una foto più dettagliata da mostrare, perciò vi propongo questa presa da un ottimo sito australiano (lì, li coltivano grandemente), si riconoscono bene i quattro tepali carnosi; a fianco una illustrazione, dove, si sa, tutto è più pulito e intellegibile.
Anche le infiorescenze maschili sono in amenti, ma più lunghi e a fioretti discosti. (In secondo piano si distingue una infiorescenza femminile sullo stesso rametto).
Il singolo fioretto maschile ha quattro stami con filamenti più o meno scuri e antere giallastre.
I frutti (sorosi), detti more per la somiglianza con quelli dei rubus (rovi), sono neri a maturità e meno dolci di quelli del gelso bianco, ma più sapidi.
Diversi gradi di maturazione. Un modo sicuro per distinguere i due generi è assaggiare i frutti immaturi: quelli del bianco sono insipidi, quelli del nero asprissimi.
La corteccia si fessura presto in solchi profondi; le creste sono piatte. Colore decisamente marrone.

8 pensieri su “Morus nigra – Gelso nero

  1. Quella targhetta ha creato problemi anche a me. Per dirimere la faccenda le consiglio di aspettare la fioritura, se nel fiore ci sono staminodi, allora è americana (come è descritto nel post ‘Profumo di tiglio – Tilia americana’). Per il tipo di osservazione che deve fare bastano anche fiori raccolti in terra.
    Per domande di questo tipo sarebbe meglio scrivere una mail, alla quale rispondere personalmente. Se ha bisogno di ulteriori chiarimenti, mi scriva pure.
    Cancellerò il suo messaggio, e queto mio, tra qualche giorno.

  2. Buongiorno. Mi scuso se commento a questo post e non direttamente al post dedicato al Parco Treves, tuttavia non sono stato capace di scrivere sotto quel post un dubbio che mi è venuto. Oggi ho visitato il parco Treves ma, giunto verso l’ala Nord, ho notato la targhetta presente sotto il tiglio vicino al tempietto, su cui è scritto “Tilia americana”. Prelevando una foglia (operazione complicata vista l’altezza dei rami più bassi) si nota la caratteristica peluria bianchiccia sotto le ascelle delle nervature, tipica del T. platyhyllos, e frutti con 5 costolature. Secondo lei è un errore nella dicitura della targhetta, o un esemplare di T. americana che presenta caratteristiche ingannevoli per l’identificazione?

    Grazie e buon lavoro!

  3. Grazie per la segnalazione Lauro.
    Sì, ho osservato a lungo il gelso del Busonera, una bellissima pianta. Appena potrò mi precipiterò in Via Cave.

  4. ma anche allo Iov, ex ospedale Busonera, e al San Benedetto da Norcia ci sono alcuni esemplari di morus , non so però se alba o nigra. saluti Lauro

  5. Grazie jovial66cb3916ac per la segnalazione. Potrebbe essere più preciso sulla posizione, dando qualche riferimento più puntuale? Passerei subito per vederlo e fotografarlo. E magari assaggiarlo.

  6. Grazie Anna, per le belle parole. Sto preparando un post di comparazione tra i gelsi in città e spero di poter rispondere ai tuoi quesiti.
    Un caro saluto
    Piero

  7. Grazie Piero per i tuoi sempre interessanti post,mi fa piacere che il gelso salborano sia balzato agli onori della cronaca … botanica.Grazie alle cure del signor Mauro,cresce e produce alacremente;sono passata questa mattina ed ho già potuto gustare le prime,gustose more nere.

    Posso chiederti un chiarimento?Ricordo di aver letto da qualche parte che la classificazione fra Morus Nigra e Morus Alba,non è nata per indicare il colore del frutto in quanto anche l’Alba può dare anche frutti neri,mentre generalmente è questa la distinzione che viene spontanea a tutti.

    Per curiosità,potresti chiarirmi se corrisponde al vero e,nel caso lo fosse,quali sarebbero le differenze fra un Nigra ed un Alba che produce more nere?

    Grazie ancora e buon lavoro!

    Anna

  8. Ce n’è uno, meraviglioso, a Venezia nel sestiere di Dorsoduro vicino allo IUAV di S. Marta. Gli abitanti non lo amano perché sporca con le more mature : dei veri trogloditi!!!

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