Rhamnus alaternus L. Per il nome Linneo si ispirò, a detta dei manuali, al latino ‘alternus’ in riferimento alle foglie alterne, mentre il genere lo prese dal greco ‘ramnos’=bastoncino per i suoi rami flessibili. Glielo assegnò nella prima edizione del celeberrimo Species Plantarum, 1753.
Pianta sempreverde squisitamente mediterranea, il suo areale coincide con quello dell’ulivo. Cresce fondamentalmente come arbusto, ma può assumere anche forma di alberello. Aspetto scapigliato con chioma piuttosto rada e rami che crescono ad ampi angoli rispetto al tronco.
Vista quasi zenitale, si distinguono ampi spazi fra i rami. Febbraio.Stesso mese, in un tepido tramonto alla foce del Guadalquivir presso Sanlucar de Barrameda (Andalusia).A volte può avere anche un aspetto più composto con chioma raccolta e fitta, come in questo alberello del Jardin des Plantes di Parigi. Settembre.La cosa che più colpisce di questa pianta è la foglia. Primariamente per la forma, ché varia grandemente da allungata con vertice e base acuti a quasi circolare.Ci sono poi le nervature che hanno la peculiarità di essere in rilievo su entrambe le facce. Anche il loro percorso è singolare: corrono lungo il bordo assecondandone il profilo, come per accentuarne i capricci.
La pagina superiore è verde intenso e lucida, quella inferiore molto più chiara con richiami a tonalità giallastre. Al tatto risulta coriacea proprio come fosse fatta di cuoio.
Ma le singolarità non sono finite, poiché la foglia esibisce una curiosa banda chiara (dello stesso colore della pagina inferiore) che corre lungo tutto il bordo. Il quale bordo, poi, può presentarsi quasi intero o con piccoli denti ottusi o addirittura seghettato. In corrispondenza degli apici dei denti si trovano minuscole ghiandole.La fillotassi, come si è detto, è alterna, ma molto irregolare.I rametti sono grigiorossicci e, da adulti, glabri. Pelosi da giovinetti.Fiorisce già in febbraio, a Padova non prima di metà marzo, e va avanti fino a tutto aprile. Piccoli fioretti gialloverdognoli raccolti in mazzolini che spuntano dalle ascelle delle foglie, ma solo verso la cime dei rametti.Fiori senza corolla, cinque sepali e calice che forma un tutt’uno col peduncolo. Del colore si è detto, ma isolando i fiori dalle foglie non si è poi tanto sicuri che a prevalere sia il giallo o il verde.I fiori sono unisessuali. In quelli maschili i sepali sono ripiegati all’indietro e ai cinque stami si alternano staminodii (stami sterili)Non avendo ancora una foto del fiore femminile, Unalberoalgiorno ha pensato bene di disegnarsene uno. Pistillo con tre stili sormontati da stigmi bifidi; presenza di staminodi come per il fiore maschile; sepali spiegati e non retroflessi come in quello. Frutti: piccole sfere brillanti, inizialmente rossoviolacei poi neri con riflessi bluastri. Si tratta di drupe con più semi. Gli splendidi colori dei frutti in maturazione.A volte numerosissimi.
La specie, che io sappia, non è presente a Padova tranne che in Orto, dove un unico esemplare vive nella Macchia mediterranea allestita presso l’Edificio Museale a nord.
Il Nostro circondato a sinistra da Phyllirea latifolia e a destra da un grande Viburnum tinus; lo sovrasta un Juniperus communis.Una formazione di alaterni, oltre un muretto a secco, presso la Torre dello Ziro (Amalfi, Salerno). Dietro sughere, con le loro chiome chiare, più in alto pini (forse Pinus brutia, per alcuni una sottospecie dell’halepensis) e a destra, miracolosamente abbarbicati alla parete rocciosa, cipressi. In primo piano il muretto e dietro le cime scompigliate degli alaterni.Da questo luogo il panorama sugli aspri promontori e il mare è superbo. Ma una visione colpisce il Cacciatore di Alberi che dietro l’ennesimo alaterno scorge una veduta di Atrani della quale ha un vago ricordo… …Ma certo!: Escher l’ha riprodotta in un suo famosissimo disegno.Esemplare di Rhamus alaternus lungo il Sentiero dei Limoni (Maiori, Salerno).Corteccia liscia, dal colore grigio appena arrossato.
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2 pensieri su “Rhamnus alaternus – Alaterno”
Grazie Antonella per il suggerimento, correggo immediatamente l’errore. Lei è ormai la coscienza critica del Blog…
Continui a seguire, la ringrazio anche per questo.
Continuo a seguire questo blog con grande interesse e anche questo contributo è veramente molto utile. Il Rhamnus alaternus non è comune a Padova, ma è una specie mediterranea che è bene conoscere.
È interessante perché è una specie dioica e queste specie non sono così frequenti.
Forse non è corretto dire che i “fiori sono dioici”, direi piuttosto che sono unisessuali e che sono portati da organismi diversi. Userei l’aggettivo “dioico” riferendomi alla specie o alla pianta.
In attesa del prossimo contributo,
Antonella
Grazie Antonella per il suggerimento, correggo immediatamente l’errore. Lei è ormai la coscienza critica del Blog…
Continui a seguire, la ringrazio anche per questo.
Continuo a seguire questo blog con grande interesse e anche questo contributo è veramente molto utile. Il Rhamnus alaternus non è comune a Padova, ma è una specie mediterranea che è bene conoscere.
È interessante perché è una specie dioica e queste specie non sono così frequenti.
Forse non è corretto dire che i “fiori sono dioici”, direi piuttosto che sono unisessuali e che sono portati da organismi diversi. Userei l’aggettivo “dioico” riferendomi alla specie o alla pianta.
In attesa del prossimo contributo,
Antonella