Taxodium disticum e Metasequoia glyptostroboides a confronto

Distinguere le due specie non è facile, molti caratteri sono simili, anche se altri, per fortuna, lo sembrano soltanto. Così per avere qualche possibilità di successo, e non correre il rischio di far confusione, meglio concentrarsi solo su questi ultimi. Il post è dunque volutamente conciso e scarno, e forse dovrei scusarmene. Naturalmente per gustare la descrizione completa delle due specie, potete andare agli indirizzi cui rimanda la tabella.

caratteri dirimentiTaxodiumMetasequoia
vertice
degli aghi
appuntitoarrotondato
disposizione
degli aghi
alternaopposta
disposizione
dei rametti
alternaopposta
presenza di mucroni
nei coni femminili
no
dimensioni del peduncolo
dei coni femminili
cortolungo
protuberanze radicali possibile presenzaassenza

Forse non è superfluo ricordare che d’inverno l’intero rametto cade portandosi dietro gli aghi. Questo comportamento potrebbe far pensare ad una foglia composta, ma, ovviamente, non può essere così.


Vertice aghi
Foglie di Taxodium, le punte non si notano subito, ma ci sono eccome.
Nelle foglie della Metasequoia l’arrotondamento dell’apice è ben visibile; anche se, bisogna ammetterlo, non in tutte. Insomma, la capacità discriminante di questo carattere è debole.

Disposizione aghi
Più solida è quella della fillotassi. Nel disticum le foglie sono disposte in modo alterno (si guardino i piccioli).
Mentre nella glyptostroboides sono appaiate. Certo sia nell’una che nell’altra specie le foglie sono tutte disposte su uno stesso piano e ciò può nascondere la proprietà che stiamo cercando, ma basta non farsi distrarre.
Anche i rametti dell’anno precedente sono utili. Nella foto le cicatrici delle foglie in Metasequoia con due tracce per nodo. Interessante osservare che le attaccature delle coppie sono in realtà ruotate di 90 gradi. Forse questo comportamento racconta qualcosa sulla storia evolutiva della specie.

Disposizione rametti

Ancora più utile e agevole da seguire è la disposizione dei rametti. Se poi si usa l’accortezza di farlo osservando le gemme appena schiuse, allora il compito è facilitato. D’inverno si possono guardare le cicatrici che i rametti lasciano sul ramo.

Due rametti per ogni nodo nella Metasequoia.
Uno solo invece nel Taxodium. La disposizione è complicata (loro avanzano ruotando come in un’elica), ma anche in questo caso conviene concentrarsi sull’essenziale.

Coni femminili

I coni femminili sono di grande aiuto poiché danno luogo a caratteri fortemente discriminanti. E giacché i frutti in formazione o maturi o secchi sono presenti tutto l’anno per entrambe le specie, l’osservazione ne resta avvantaggiata. Non si dimentichi che spesso è possibile trovarli anche in terra.

Il frutto del disticum è simile a un palloncino ellissoidale. Se ne sta strettamente accostato al rametto (peduncolo cortissimo) e in gruppetti compatti.
Una osservazione ravvicinata rivela poi la presenza di uncini al centro di larghe squame a forma vagamente quadrangolare. Tutti caratteri peculiari e molto distanti da quelli della Metasequoia.
Ché infatti ha un cono affusolato con un lungo peduncolo…
…e sulle squame non presenta traccie di protuberanze di sorta, anzi mostrano addirittura un incavo al centro.
Aprile, giugno, marzo.

Pneumatofori
Radici 1
Se il disticum vive vicinissimo a un corso d’acqua o a un lago (basta anche una pozza), emette le peculiari radici aeree e l’identificazione è certa.
Se invece l’acqua e lontana, le radici hanno tutto l’ossigeno di cui abbisognano e non se lo vanno a cercare in superficie. In questo caso le cose sono più difficili poiché il tronco possente e scanalato è molto simile a quello della glyptostroboides.
Tronco di Metasequoia, poca o nessuna differenza.

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