Eucalyptus globulus – Eucalipto comune

portamento; foglia; fiore; frutto; corteccia; rametto; seme; fenologia; areale di origine; sistematica e etimologia; dove trovarli

Eucaliptus globulus Labill.
Nome imposto da Jasques de Labillardiére, botamico esploratore francese, in Relation du voyage à la recherche de La Pérouse, Parigi, 1800. Il libro (avvincente nel racconto, precisissimo nelle descrizioni, splendido nelle illustrazioni) è il resoconto di una spedizione promossa dalla Assemblea Costituente di Parigi nel 1791 (a due anni dalla rivoluzione). Labillardiére era a capo della parte scientifica; una figura di esploratore degna di un romanzo o di un film.

La pagina 152. Vale la pena leggere la descrizione puntuale e elegante – di seguito uno scarno elenco: corteccia liscia, fiori solitari, privi di corolla, miriadi di stami, pistillo singolo…

…capsula a forma di bottone, da cui il nome (una delle tante accezioni del lemma ‘globulus’). Calice a cappuccio che chiude il bocciolo.

Il terzo volume (Atlas) porta le illustrazioni, molto belle e accurate. Tavola 13 (Pierre-Joseph Redouté – botanico e illustratore): 2 fiore, 3 opercolo che copre il bocciolo, 4 frutto (una capsula). Non si parla solo di piante, ma l’interesse della spedizione si estendeva alla zoologia e agli aspetti antropologici e paesaggistici (di questi volumi bisognerebbe farne un post, prima o poi).

Etimo
Del nome di specie si è già detto, quello di genere è dal greco: eu vale bene, mentre kalypto sta per coprire, nascondere. Tutto con riferimento all’opercolo che sigilla il bocciolo.
Il prefisso ‘eu’ è usato volentieri dai botanici, un importante gruppo di piante a fiore che hanno un antenato comune è indicato come Eucotiledoni, le foglie con venature articolate son dette euphylle, e c’è anche l’eustele che distingue i fusti ‘ben fatti’.


Fenologia minima – Può avere due fioriture, una secondaria in autunno. Le capsule restano a lungo sulla pianta, anche fino alla fioritura dell’anno dopo.
Areale di origine (Native range) limitato all’Australia di sud est e alla Tasmania

Finalmente un ritorno ai grandi alberi. L’eucalipto può raggiungere, alle nostre latitudini, anche i quaranta metri, mentre nelle terre d’origine sale ancora più in alto. Il fusto è diritto e robusto e sorregge una chioma globosa, o meglio ellissoidale con asse maggiore nella direzione verticale.

Napoli Villa Comunale. Magnifico eucalipto, circondato da palme e strelitzie.
L’unico globulus di Padova, che io sappia, abita in un giardinetto presso Via Barozzi. Le branche principali tendono a salire dandogli la forma globosa di cui si è detto.
Un esemplare facilmente osservabile vive al Lido presso l’imbarco per Pellestrina (avviarsi verso la radice della diga _ Strada Zaffi da Barca). Non in splendida forma, tra una robinia e un bagolaro.
In una nebbiosissima giornata di dicembre. Pianta sempreverde.
Le foglie arcuate ricordano certe chiome intrise di brillantina (chi, tra quelli di una certa età, non ricorda il mitico Ispettore Rock?) Foresta (artificiale) di eucalipti a San Esteban (Asturia).
È presente una peculiare forma di eterofillia, le foglie della pianta adulta sono lunghe, a forma di lama di falce; picciolate e alterne,…
mentre le foglie delle giovani, o dei polloni, sono arrotondate, sessili e opposte (le due basi sono di fatto saldate) colore verde acqua; bordo intero, vertice ottuso, un’unica venatura visibile.
Nella pianta adulta le nuove foglie hanno la stessa forma delle più anziane, ma non il colore che è verde tenero.
Foglia elegante e nella forma, di cui si è già detto, e nel colore, verde blu; spessa e robusta, base arrotondata con grazia, vertice appuntito.
Picciolo appiattito e ritorto
Sezione trasversale di picciolo. Aspettando che i vasi si asciughino un po’ si riesce a cogliere il lume delle cellule (i pallini neri).
Pagina inferiore solo leggermente più chiara, bordo intero, visibile solo la venatura primaria.
In realtà avvicinandosi si intravvede qualcosa, le secondarie sono a spina di pesce e formano ampi occhielli presso il bordo.
Entrambe le superficie sono punteggiate di minuscole glandole contenenti gli oli essenziali (perlopiù il ben noto eucaliptolo). La foto ricorda un cielo stellato, comprensivo di Via Lattea.
Sezione trasversale di foglia presso il bordo. Si distinguono i vasi conduttori (i cerchi più grandi e scuri) e le cavità secretrici di olii essenziali (le regioni circolari verdognole e lucenti) mentre la regione esterna della foglia (cuticola) appare grigi e cerosa.
Giovani rametti (ricoperti di pruina) a sezione quadrangolare, con vere e proprie ali agli spigoli. Il fenomeno è, ancora una volta, legato alle giovani piante e ai polloni.
Fiori solitari alle ascelle delle foglie, grandi, bianchi (poi arrossiscono alquanto), vaporosi di stami numerosissimi e sottilissimi.
Incredibile il numero di stami (ricorda il mirto o il callistemo – d’altronde trattasi di mirtacea). Al centro un unico pistillo con ovario infero.
Denudato degli stami. La corolla è mancante di suo. Al centro lo stilo robusto con sopra uno stigma capitato.
Stigma ricoperto di ghiandole (ricorda certe caramelle gommose)
Sezione longitudinale di ricettacolo e ovario. Curiosi ovuli dalle forme più varie, poi i semi li copieranno fedelmente.
Sezione trasversale dell’ovario. Placentazione lungo l’asse centrale.

Una vera curiosità degli eucalipti sono i boccioli, racchiusi in una sorta di coperchio (opercolo). La cosa in globulus è ancora più complessa come raccontato in questo articolo (che spero di aver interpretato correttamente). Inizialmente l’opercolo, la corolla lignificata, è coperto da sostanza membranosa, il calice. Nella foto si distingue parte del calice, marrone e membranoso.

Quest’ultimo presto cade, e solo dopo si stacca anche l’opercolo.
L’interno dell’opercolo
Sezione longitudinale di bocciolo, gli stami sono attaccati lungo il bordo (indicato dalle frecce) e se ne stanno ripiegati pronti ad uscire
Nell’ingrandimento si riconoscono i filamenti ripiegati. Da un lato sono attaccati alla sommità del ricettacolo, dall’altro al dorso delle antere (attaccatura dorsale).
Singolo stame. Antere giallo paglierino e filamenti bianco diafano.
Il frutto è una capsula legnosa, con quattro aperture che la fanno assomigliare a certi tipi di bottoni (come ci ha già spiegato Labillardiére).
La regione inferiore semisferica.
Dalle quattro aperture fuoriescono miriadi di semi, piccolissimi e dalle forme più varie (ricordate gli ovuli quanto erano strani?)
La corteccia grigia si sfalda in lunghe placche, che lasciano ampie zone rossastre o altrimenti colorate.
In taluni esemplari, sembrerebbe nei più vecchi, le strisce di ritidoma si attorcigliano su se stesse e restano appese per molto tempo, dando alla pianta un aspetto esotico che non giova al riconoscimento.

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