Aucuba japonica Thunb. Nome assegnato da Carl Peter Thunberg (allievo di Linneo all’università di Uppsala) in Nova Genera Plantarum, Parte terza, Uppsala, 1783 (un registro pubblicato dal 1871 che elencava nuovi generi). Thunberg ha studiato nei paesi di origine sia la flora africana sia quella giapponese, pubblicando numerosi volumi sulle specie di quelle regioni. Uomo dalla storia lunga e affascinante tanto che se ne potrebbe fare un film.
La pagina 62. Descrizione che segue a quella del genere, dove compaiono preziose altre informazioni specialmente sui fiori.Fenologia minimaAreale di origine – native range
Affascinante arbusto dalle foglie variamente colorate e dalle mitiche bacche (in realtà drupe) scarlatte. Non è molto grande e forse per questo diventa difficile vederlo isolato, il più delle volte in città compare in lunghe ed eleganti siepi.
Aiuola in Riviera Mugnai, dalla parte di Via MatteottiGiardini dell’ArenaVista su un esemplare isolato dal Ponte Pontecorvo, un giardinetto al risveglio primaverile. La pianta tollera bene l’ombra: una risorsa per quanti progettano giardini.Via Palestro, unico caso in città (che io conosca) di individuo più alto di due metri. Purtroppo non c’è più a causa di lavori di ristrutturazione (Aggiornato in Settembre 2023).Le foglie sono di un verde brillante e profondo,… …spesso portano macchie dorate più o meno pronunciate. La pianta nasce monocroma, è la presenza di un virus, Aucuba bacilliform, la causa delle macchie gialle.La pianta è sempreverde ma mai monotona; molto interessante, ad esempio, è il risveglio vegetativo, quando le nuove foglie assumono tonalità più delicate. Nella foto in marzo.La forma delle foglie è allungata (lanceolata) con radi denti poco pronunciati e appuntiti, base e vertice acuti, picciolo proporzionato, consistenza coriacea.La pagina inferiore è molto più chiara e con venature evidenti.Ma si diceva delle drupe. Nel 1783 John Graeffer, un allievo di Miller, il Giardiniere di Chelsea, poi giardiniere a sua volta alla Villa di Caserta, introdusse in Europa (leggi Inghilterra) la pianta. Ma erano tutte femmine e quindi niente bacche. Ci volle uno dei viaggi di Fortune per far arrivare in occidente un maschio, con grande soddisfazione di tutti. (Per i particolari di questa storia avvincente vedi qui) Drupe di un paio di centimetri, rosso brillante; poca polpa e tutto semePassano l’estate a crescere sotto forma di olive verdino, poi verso dicembre cominciano ad arrossareE allietano la pianta per tutto l’inverno fino a tutta la primavera. In realtà la cosa è più prosaica: i giardinieri le potano in abbondanza tagliando i rametti terminali e bisogna cercarle faticosamente tra le fitte fronde.Questo è lo spettacolo più comune. La foto è presa ai Giardini Treves nel Marzo di quest’anno. Il vialetto in una foto a campo più largo in Aprile 2019. Corre a mezza costa della montagnola del Tempietto.Gemma apicale, semischiusa già in dicembrePorta tutto al suo interno: foglie e infiori.Infiorescenza a pannocchia. Nella foto fiori maschili in marzo.Le infiorescenze femminili sono più piccoleFiori a simmetria quaternaria (non delle più comuni) con petali rossoviolaceo più o meno intenso. I fiori maschili portano quattro antere gialle su breve filamento viola.Fiore femminile con tozzo pistillo e stigma appiattito.Ricettacolo pelosetto. La faccia inferiore dei petali è gialla.Eccezionale fioritura di un maschio nel vialetto della moderna entrata dell’Orto.Prima di passare ad altri luoghi, ci concediamo questa foto di riepilogo. I giardinieri piantano femmine e maschi vicinissimi gettando nel panico il Cacciatore di Alberi…Macchia in Orto. Sullo stondo fusti (stipiti) di Trachycarpus fortunei (uno compariva anche nella foto precedente).Piazza CastelloChiesa di San Canziano, da sempre, a mia memoria, ornata da piante in vaso.Una femmina carica di frutti all’Orto Botanico di Madrid.