Fagaceae – La famiglia di faggi, castagni e querce

caratteri simbolo; foglie; infiorescenze; fiori; frutti; areale di origine; sistematica

Il blog inaugura una nuova serie di post dedicati alle famiglie – livello di classificazione al di sopra del genere e subordinato all’ordine. Avviamo questo nuovo filone con la famiglia delle fagacee che come forse saprete contempla faggi (è naturale), castagni e querce; ci sono altri generi coinvolti che potrete trovare qui.


Fagaceae Dumort.
Nome imposto da Barthelemy Dumortier in Analyse des familles des plantes, avec l’indication des principaux genres qui s’y rattachent, Tournay, 1829. Dumortier era un botanico belga che aveva proposto (proprio in questo libro) una sua classificazione in famiglie. In appendice troverete il percorso che porta al riconoscimento della paternità del nome.


Areale di origine (Native range). I tre generi sono distribuiti in America settentrionale e centrale, Eurasia fino agli Urali, nella regione sino-giapponese, penisola indocinese e regione malesiana. Ma solo per le querce l’areale originario si estende alle ultime due regioni.

La famiglia ha grande importanza economica sia per il legno pregiato sia per l’alimentazione, animale e umana.

FamigliaCaratteri simbolo della famiglia
Fagaceaeovario infero racchiuso in una cupola (1); calice e/o corolla mancanti (3); fiori maschili in amenti (2); piante monoiche

GenereCaratteri che si discostano
dai caratteri simbolo
Caratteri propri del genere
Castaneacupola a tre valve; foglia a bordo dentato; Infiorescenze vistose
Fagusamenti maschili cortissimi, quasi capolinicupola a tre valve; foglia a bordo intero
Quercuscupola senza valve; foglia a bordo lobato (per lo più)

Foglie

Le foglie sono sempre alterne e a lamina intera, il margine è alquanto variabile da intero a lobato; alcune querce (lecci, sughere, querce coccinee,…) sono sempreverdi ma per la maggior parte i generi della famiglia portano foglie caduche. Da sinistra foglie di: castagno, faggio, roverella.

Infiorescenze e fiori

Piante tutte monoiche con fiori a sessi separati sullo stesso albero. Infiorescenze maschili in amenti più o meno accorciati, poco vistosi ad eccezione dei castagni che in giugno imbiancano gli alberi maestosi, e anche per i lecci che sembrano cambiare colore. Da sinistra: castagno, faggio, farnia.
Castagni fioriti in giugno. Foto, comune di Torreglia, Colli Euganei.
Leccio fiorito a Kew Garden.

Nei singoli fiori, maschili e femminili, calice e corolla sono riuniti in un’unica struttura, non si hanno cioè petali e sepali ma tepali – è questa una importante caratteristica morfologica della famiglia. Nei fiori maschili i tepali vanno da quattro a sette, mentre gli stami sono in numero pari o doppio dei tepali. Anche i singoli fiori femminili hanno i tepali, ma la loro caratteristica è la presenza di brattee protettive che nei faggi e castagni raccolgono più di un fiore, mentre nelle querce uno soltanto. È consuetudine dare formula e diagramma fiorale per le famiglie, e il blog si adegua volentieri.

Diagramma e formula fiorale dei fiori maschili della famiglia. La lettera ‘P’ vale perigonio (termine che indica la struttura che sostituisce calice e corolla) segue il numero dei tepali; la ‘A’ sta per androceo, nel pedice il numero di stami.
Fiori maschili di farnia, si distinguono alla base i tepali pelosetti.
Nel castagno i fiori maschili sono raggruppati in glomeruli. I singoli fioretti distendono le minuscole antere inizialmente attorcigliate.
Nei faggi i singoli fiori maschili hanno una mezza dozzina di stami e base piumettata.
Diagramma e formula fiorale dei fiori femminili della famiglia. Da 4 a sette tepali, la lettera ‘G’ vale gineceo nel pedice il numero dei carpelli. Ci sono due ovuli per alloggiamento (vedi il diagramma), il primo ovulo fecondato fa abortire l’altro, dunque un solo frutto per fiore – questo ne fa una noce.
L’involucro di brattee nei fiori femminili del castagno, poi diventerà il riccio.
Non ho il fiore del faggio, ci accontentiamo di un disegno. A sinistra le brattee e a lato il singolo fiore femminile.
Nelle querce (farnia nella foto), come si è detto, le brattee circondano un singolo fiore femminile.

Frutti

Come ci ha insegnato Dumortier i frutti sono noci ricoperti da una cupola, aggiungiamo noi a consistenza legnosa. Il che ne fa un carattere dirimente distinguendo la famiglia da quella delle Corylaceae che invece hanno cupola cartacea. Nella foto frutto di Fagus sylvatica la cui cupola ha quattro valve.
Il riccio del castagno è una cupola (a quattro valve) che avvolge interamente le noci (le castagne).
Quercus ilex
La ghianda è una noce avvolta parzialmente da una cupola senza valve e particolarmente dura. Nella foto, leccio.
Particolare della cupola nella ghianda della roverella: scaglie pelose e variamente colorate – come in un quadro di Pollock.

Appendice

La pagina 11 dell’Analyse. Dumortier individua l’ordo (raggruppamento collocato gerarchicamente appena sopra le famiglie, l’equivalente dei nostri ordini) delle Corylarieae caratterizzato da ‘ovario infero racchiuso in una cupola’. L’ordo comprende due famiglie, le Quercineae contraddistinte da ‘una cupola senza valve e con un solo frutto dentro’, e le Fagineae (oggi Fagaceae) contrassegnate da ‘una cupola con valve e dentro più frutti’.

A pagina 12 il Nostro ci informa sui generi. Al numero 9 troviamo le Quercineae divise in due sottofamiglie: le Corylaceae con dentro noccioli e carpini (bianchi e neri) e le Querceae col solo genere Quercus. Mentre al numero 10 ci sono le Fagineae che comprendono faggi e castagni. Anche se il buon Dumortier mescola un po’ le famiglie tra Fagaceae, Corylaceae e ipotetiche ‘Quercaceae’, non dovrebbero esserci dubbi sul fatto che meriti l’onore della priorità sul nome.

Lascia un commento

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.