Sparrmannia africana – Tiglio africano o del Capo

portamento; foglia; fiore; frutto; corteccia; rametto; seme; foliage; fenologia; areale di origine; sistematica e etimologia; dove trovarli

Sparrmannia africana L.f.
Nome assegnato da Linneo figlio (Carl jr.) (Falun, 1741-1783, Uppsala) in Supplementum Planta-rum, Brunswick, 1781.

Le pagine 265-66. Descrizione dettagliatissima, un grande lavoro. Ci ritorneremo.

Etimo
Nome in onore di Andreas Sparrman (Tensta, 1748 – 1820, Stoccolma) medico e naturalista svedese, nonché convinto antischiavista; allievo di Linneo partecipò alla seconda spedizione di Cook e collaborò con Thunberg. Pare scoprì lui stesso la specie durante un soggiorno a Città del Capo. Vita avventurosa, anche della sua se ne potrebbe fare un film.


Fenologia minima. Fioritura e fruttificazione si sovrappongono.
Areale di origine (native range). Limitato al solo Sudafrica.

Bellissimo sempreverde cresce alto e, se potato a dovere, svettante. In città conosco il solo esemplare dell’Orto. Ottima pianta d’appartamento; non è facile trovarla nei vivai, ma neanche impossibile.

Abita, esposto rigorosamente a sud, in corrispondenza del Teatro botanico.
Aspetto slanciato; nonostante i numerosi fusti indipendenti che si diramano ripetutamente.
Fillotassi alterna; rametti marrone brillante,…
…pelosissimi da giovani.
Con l’età la corteccia imbrunisce.
Foglia arrotondata a forma di cuore. Vertice prominente, base cordata. Colore verde tenue.
A volte la lamina si allarga alquanto e somiglia di più a quella dei tigli, e ai tigli la foglia somiglia anche per le venature primarie che si dipartono dal picciolo.
Il disegno delle venature successive è a rettangoli ricorsivi.
Bordo dentato e peloso
Quanto a peli, come si sarà capito, non ne mancano certo. Nella foto un agglomerato alla base del picciolo, che nella forma e nel colore ricorda il tiglio selvatico.
Pagina inferiore decisamente glauca. Da questo lato venature in rilievo.
Infiorescenza a ombrella; i boccioli inizialmente se ne stanno reclinati e la camuffano un po’, ma se ne vedrà meglio la struttura a frutti formati.
Boccioli pelosi
Fiori coloratissimi: quattro petali candidi, quattro sepali giallo verdolino, stami alcuni gialli altri rossi.
Sepali separati e disposti a croce greca
Stami rossi verso il centro, alla periferia gialli. Fra gli stami vermigli si riconosce lo stilo chiaro.
Sezione longitudinale. Si riconoscono le attaccature degli stami sul ricettacolo disposte su più file.
Filamenti curiosamente nodosi
Abbondanza di stami sterili (staminodi), perlopiù i gialli.
Due teche e quattro sacche polliniche
Ovario supero e peloso
Sezione longitudinale dell’ovario: da quattro a più loculi, ognuno porta molti ovuli.
Sezione trasversale. Si contano sette loculi.
Stigma bitorzoluto: ogni protuberanza un ovulo (forse).
La fioritura si dilunga e i frutti cominciano a prender forma già in marzo. Nella foto si distingue bene l’infiorescenza a ombrella, un po’ disordinata.
Ogni peduncolo dell’ombrella ha una giunzione un po’ oltre la metà, forse serve a favorire l’erezione dei boccioli. Inutile ribadirlo, è una pianta pelosa.
Succede spesso che:
un ovario peloso dà un frutto spinoso
(distico di settenari a rima baciata)
Spini in formazione. La ricchezza della Natura è sempre sorprendente.
Capsula sferica e spinosa, quattro o più loculi. Semi numerosi,…
…minuscoli e ruvidi.

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