Eriobotrya japonica – Nespolo giapponese

Aggiornato nel Novembre 2022 e nel Gennaio 2024

portamento; foglia; fiore; frutto; corteccia; fenologia; areale di origine; sistematica e etimo; dove trovarli 1; dove trovarli 2


Eriobotrya japonica (Thumb.) Lindl.
Nome assegnato dal botanico inglese Jhon Lindley a pagina 102 del tredicesimo volume della rivista Transactions of the Linnean Society of London, 1821.

La pagina incriminata. In alto l’assegnazione del genere (con il riferimento ai precedenti autori che avevano attribuito l’albero al genere Mespilus) di cui segue una dettagliata descrizione. Compaiono riferimenti a precedenti autori che avevano attribuito l’albero al genere Mespilus, tra questi c’è Thunberger (allievo di Linneo). Il nome della specie appare più in basso assieme a scarne note.

Etimo: il nome del genere è dal greco erion=lana (ne abbiam toccato con mano abbondantemente le ragioni) e botrys=grappolo; il nome della specie dall’areale di origine.


Fenologia minima. Fioritura insolitamente lunga, da ottobre fino alla fine di febbraio.
Areale di origine (native range): Cina e Giappone

Albero molto ornamentale per il portamento armonioso, le foglie grandi e affusolate, i fiori disposti in vistose pannocchie, e, naturalmente, per i frutti arancione molto appariscenti. Frutti notissimi che allietano, sulle nostre tavole, sia l’occhio, del che si è detto, sia il palato per il sapore dolcissimo e pieno.

Frutti sferici o ellissoidali, gialloaranciato, evidenti tracce del calice. Il frutto è tra i più classici dei pomi.
Buccia sottile, due o tre grossi semi stretti fra loro al centro, lucidi e marrone scuro.
La pianta si trova quasi unicamente in giardini privati, qui in Piazzale San Giovanni
Via de’ Menabuoi
Via Orto Botanico. In maggio.
In novembre, Nespolo fiorito. In basso a destra si intravvede il Canale di Santa Chiara.
Un’immagine a campo largo sul Canale, in aprile. Il Nostro è in alto a sinistra.

L’albero fiorisce per un periodo insolitamente lungo: da ottobre a febbraio. I fiori sono bianchi o crema, non molto grandi e disposti in infiorescenze simili a candelabri (in verità pannocchie).

Quando il fiore è in bocciolo si distingue bene la forma delle infiorescenze; e si intuisce il motivo del nome del genere.
Profumo intenso di mandorla amara
Fiore a simmetria pentagonale, petali biancocrema ben separati grazie all’ampio ricettacolo. Numerosi stami sormontati da antere gialline, pistillo che si divide in cinque o quattro stili.
Sepali piccoli e pelosi, ma c’è lanugine un po’ dappertutto
Non è facile osservare l’interno del fiore, una sezione può aiutare. Nella foto si distingue bene lo stilo diramarsi in quattro e gli stigmi turgidi alle estremità.
Eliminati gli stami il tutto diventa più intellegibile.
Sezione longitudinale dell’ovario
Ovario infero (si distinguono quattro ovuli), al centro il tegumento che sostiene gli stami.
Foglia grande, coriacea, con bordo dentato o anche liscio. Di colore verde intenso la pagina superiore, grigia e tomentosa quella inferiore.
Peduncoli e giovani foglie lanuginosi
Corteccia grigiocrema e liscia.
Un esemplare in Via San Pio X, uno dei pochi messi a dimora dal comune.
Giardino delle Tamerici
Via Pio X, in prossimità del Monumento ai Caduti di Russia. Qui vivono alcuni Nespoli del Giappone, un altro esemplare nella prossima foto
Via Santa Maria in Vanzo in novembre
Ridente giardino lungo il Piovego poco dopo il Ponte di Ognissanti
Via Cerato angolo Via Acquette.
Corso Milano, il cortiletto di un ristorante. Pochi sono gli alberi su questa strada. Vi hanno da poco fatto una pista ciclabile, si spera che gli amministratori facciano la scelta coraggiosa di renderla zona pedonale; e che magari diventi una striscia boschiva.
Esemplare in Ghetto (Via dell’Arco) carico di frutti.
Uno splendido esemplare, lasciato libero di crescere senza potature. Si trova nei Giardini del Comune adiacenti il Cimitero Maggiore.