Salix alba Tristis – Salice piangente

portamento; foglia; fiore; frutto; corteccia; rametto; gemma; seme; foliage; fenologia; sistematica; dove trovarli; spigolature


Salicaceae
Salix alba Tristis (Gaudin) Trautv.
Nome imposto da Ernest Trautvetter botanico tedesco (1809-1889), non ho potuto reperire la pubblicazione dove il nome compare per la prima volta (C.F.Ledebour, Fl. Altaic., 1833) ho però il libro di Jean François Gaudin, botanico svizzero (1766-1833), Flora helvetica, Vol. VI, Turici, 1830, opera monumentale in sette volumi.

La pagina 206. Gaudin lo chiama Salix alba vitellina tristis e come unica indicazione dà i rami penduli.

Fenologia minima. Rapidissima la maturazione dei frutti, tipica delle piante pioniere. La fioritura precede di poco l’amissione delle foglie

Delle tre specie di salici più frequenti in città: Salix alba, Salix matsudana Tortuosa, Salix alba Tristis, quest’ultimo è certo il più noto e spettacolare. Quando lo si incontra si pensa subito al Salix babylonica, che però, purtroppo, è rarissimo. Lui è un incrocio artificiale fra S. babylonica e S. alba ‘Vitellina’. Dal primo ha preso il portamento pendulo, dal secondo i rametti giallo verdastri (mentre l’altro genitore ha rametti gialli striati di rosso). Quest’ultimo carattere è dirimente.

Bellissimo esemplare all’imbocco del Tronco Comune al Bassanello
Vista dall’altra parte del fiume.
Sempre lui, come in un quadro di Monet…
Proseguendo lungo il Bacchiglione: Parco Perlasca
Lungargine Piovego davanti ai Giardini Ognissanti. Luglio 2017
Maggio 2018
Non è durato molto… già in Dicembre 2018 gli han fatto la sfumatura alta.
Una inquadratura che pietosamente nasconde il taglio scriteriato. Gennaio 2019.
Continuando lungo il Piovego, dopo il Ponte Ognissanti; un magnifico esemplare ritratto da Via Fistomba.

Alcuni splendidi esemplari di salice piangente abitano il vicino Parco Europa.

In questo luogo pare che, almeno per il momento, gli alberi crescano indisturbati. Sembra una scelta strategica, speriamo sia effettivamente così.
Poco più in là un esemplare più giovane. Gennaio,…
settembre.
Foglie simili a quelle del Salice bianco, ma più lunghe e sottili. Pagina superiore liscia,…
…quella inferiore bianchiccia, ma senza peli.
Le giovani foglie, al contrario del Salice bianco che le ha rotondeggianti, hanno la stessa forma allungata delle foglie mature.
Dei giovani rametti si è detto...
…giallo verdastri dal Vitellina, mentre l’altro genitore, il babilonica, li ha gialli striati di rosso.
Fiori maschili in amenti gialli a maturazione. Marzo.
Fiori femminili in amenti un po’ più piccoli e verdi, stigma traslucido.
Frutti a forma di birillo.
Si aprono il mese successivo (aprile) e liberano un seme avvolto in un batuffolo, presto trasportato dal vento.
Pianta pioniera: seme minuscolo e fecondo, per attecchire presto e il più lontano possibile.
La corteccia è rugosa, spessa e con increspature incrociate a formare strette losanghe.
Una vecchia foto alla quale sono molto affezionato: un bellissimo Salice pendente, ora morto, che abitava l’inizio della Passeggiata D’Alberigo verso Via Forcellini.

Spigolature

Quando si parla di Salice piangente il pensiero corre immediatamente al Coro del Nabucco: gli ebrei in cattività a Babilonia decidono di appendere le cetre ai salici — a onor del vero pare fossero pioppi.

Arpa d’or dei fatidici vati,
perché muta dal salice pendi?
le memorie nel petto riaccendi,
ci favella del tempo che fu!

Il Solera si era ispirato, dunque, al salmista, e alla stessa fonte si richiama Quasimodo in questa struggente poesia pubblicata nel ’46, quando ancora era vivido il ricordo delle atrocità commesse dalla belva nazifascista.

E come potevamo noi cantare
con il piede straniero sopra il cuore,
fra i morti abbandonati nelle piazze
sull’erba dura di ghiaccio, al lamento
d’agnello dei fanciulli, all’urlo nero
della madre che andava incontro al figlio
crocifisso sul palo del telegrafo?
Alle fronde dei salici, per voto,
anche le nostre cetre erano appese,
oscillavano lievi al triste vento.

Per finire in modo più ameno, prendo queste informazioni da J. Drori, Il giro del mondo in 80 alberi, L’ippocampo, 2018, Pag. 28. Gli inglesi amano dire ‘wearing the willow’ (indossare il salice) per indicare un amore non corrisposto; mentre per gli olandesi, ‘appendere le sigarette al salice’ significa smettere di fumare.