Festeggiamo il giorno della Liberazione dall’occupazione nazifascista col ricordo dei luoghi della città legati a quel periodo. Com’è abitudine del blog parleremo soprattutto di alberi, usando chiese e palazzi come pretesto per segnalare le specie che vi abitano.
Un misero post non può pretendere l’esaustività, ci limiteremo solo ad alcuni dei tanti luoghi. Per chi volesse approfondire, rimando a un prezioso lavoro di un gruppo di studenti del Liceo Tito Livio. A chi, poi, fosse interessato ad un approfondimento sui documenti storici, solo sfiorati nel post, consiglio una visita virtuale al CASREC (Archivio fotografico del Centro di Ateneo per la storia della Resistenza e dell’età contemporanea).
Praticamente tutta la stampa clandestina era confezionata in una tipografia nascosta nella cripta della Chiesa di San Prosdocimo a Pontecorvo. Il tipografo si chiamava Giovanni Zanocco e il prete che dava ospitalità Don Antonio Varotto.
Anche al Santo c’era una tipografia. Ovviamente, poiché era qui che si stampava Il messaggero di Sant’Antonio. Ma non serviva solo per quello. Un prete di origini istriane, Padre Placido Cortese, falsificava passaporti e carte d’identità per ebrei, ex prigionieri liberati dopo l’armistizio dell’8 Settembre ’43, e altri ricercati, salvando centinaia di vite dalla follia nazifascista.
Il Palazzo Papafava in Via Marsala ospitava il Ministero dell’Educazione Nazionale della Repubblica di Salò. Era anche, dal 7 Settembre ’43, la sede del rettorato e l’abitazione del nuovo Rettore Concetto Marchesi. Il quale si affrettò a istituire nello stesso palazzo la sede clandestina del CLN (Comitato di Liberazione Nazionale) della Regione Veneto. La promiscua convivenza era ovviamente destinata a durare poco.
Nel Palazzo Papafava di Via Marsala ho avuto il privilegio di seguire un corso di Cosmologia del Professor Nicolò Dallaporta. Una persona che subito riconobbi come straordinaria sia professionalmente che umanamente. Così non mi stupii affatto quando qualche anno dopo scoprii che era proprio lui ‘il giovane assistente di fisica’ del racconto Potassio di Primo Levi (P. Levi, Il sistema periodico, Einaudi, 1975, pag. 48). Egli narra di un professore, che ‘veniva da Trieste’, che non solo lo aveva preso in tesi, ma in barba alle fascistissime leggi razziali gli aveva consentito di laurearsi addirittura con un lavoro sperimentale. Una di quelle tante forme di resistenza capillarmente diffuse nel paese.
Correlati
4 pensieri su “25 Aprile – I luoghi della Resistenza a Padova”
Grazie a francesca flores d’arcais
Grazie a lei. Sono felice che l’abbia colpita. Mi fa piacere che abbia fatto un così bel proposito, un po’ sarà come camminare insieme.
Grazie per questo percorso storico botanico. Davvero interessante e toccante. Ripercorrerò strade e luoghi con occhi diversi.
Grazie a francesca flores d’arcais
Grazie a lei. Sono felice che l’abbia colpita. Mi fa piacere che abbia fatto un così bel proposito, un po’ sarà come camminare insieme.
Grazie per questo percorso storico botanico. Davvero interessante e toccante. Ripercorrerò strade e luoghi con occhi diversi.
Il servizio è bellissimo.