Salix matsudana Tortuosa – Salice tortuoso

portamento; foglia; fiore; frutto; corteccia; rametto; foliage; fenologia; areale di origine; dove trovarli

Salicaceae
Salix matsudana Tortuosa Rehder
Nome assegnato da Alfred Rehder (1863-1949), botanico tedesco poi trasferitosi i USA all’Arboreto di Harvard, sulla rivista Journal fo Arnold Arboretum (da lui fondata nel 1919) al numero 6 del 1925.

La Pagina 206. Rehder si premura di raccontarci che la cultivar è coltivata dai cinesi e anche in occidente, ma con scarse speranze di successo per via di numerose avversità.

Fenologia minima. I frutti si disperdono prestissimo (pianta pioniera)
Areale di origine (native range). L’areale è quello del matsudana (il nostro è una cultivar).

Il più elegante fra i salici in città per le sue forme slanciate e l’aspetto mosso, conseguenza quest’ultimo della crescita particolare di foglie e rami. Non molto comune, ma tutto sommato non così raro come uno si aspetterebbe.

Un luogo dove ammirarne fra i più grandi e belli è il tratto di Riviera Paleocapa fra Ponte Saracinesca e Ponte San Giovanni
Uno dei tortuosa in Riviera Paleocapa.
Il tratto di Riviera a sud del Ponte della Specola, di fronte al Consolato della Repubblica di Corea.
La pianta è di origine cinese, studiata, come buona parte della flora del paese, dal botanico giapponese Sadahisa Matsudo all’inizio del secolo XX.
L’andamento mosso di rami e rametti è esaltato dalle foglie lunghe e arricciate.
Foglia quasi identica a quella del salice bianco, verde oliva sopra, evidente solo la nervatura principale, acuminata all’apice e alla base, bordo finemente seghettato; fa eccezione la pagina inferiore che è sì grigia ma priva di peli.
In autunno diventano giallo brillante poi ocra.
Campo dei Girasoli, una splendente giornata di dicembre
Avvicinandosi.
Giovani rametti rossicci in aprile.
L’albero fiorisce in marzo allorché comincia a mettere le foglie. Fiori maschili e femminili sono portati da piante separate, gli uni e gli altri in amenti. I fioretti sono senza corolla e protetti inizialmente da una brattea scintillante e pelosetta.
Timide antere emergono dalle brattee.
Poi è tutto un brillare di gialli
Avvicinandosi si riconoscono le antere lanciate all’esterno dai lunghi filamenti
Gli amenti femminili sono più corti e diversamente dai maschili conservano sempre lo stesso colore verde chiaro e puntano verso l’alto.
I singoli fiori sono coperti da una brattea dalla quale emerge uno stigma verde brillante.
I diversi colori assunti dalle infiorescenze maschili e femminili si combinano col verde tenue delle giovani foglie rendendo riconoscibile anche da lontano il sesso della pianta.
Il gioco della luce meridiana esalta e reinterpreta i colori come in un quadro impressionista.
Infruttescenze a metà aprile. Frutti a forma di birillo portano ancora residui di stigmi, fra breve si apriranno…
e libereranno semi avvolti in batuffoli bianchissimi.
La corteccia è rugosa, spessa, lungamente solcata da profonde fessure, un po’ come quella di tutti i salici, ma forse più suberosa.
Ancora un esemplare in Riviera Paleocapa
Nel Giardino Santa Rita è presente un piccolo gruppo di questi alberi. Le piante sono grandi e lo spazio per fotografare piccolo.
Un bell’esemplare vive in un giardino privato in Via Urbino
Da diversa angolazione.
Improvvisamente in un piccolo giardino privato in Via Mentana, un filare di tre matsudana.