Fagaceae Fagus sylvatica L. Nome assegnato da Linneo nel celeberrimo Species Plantarum, Stoccolma, 1753
La pagina 998. Linneo la colloca fra le piante Monoecia Polyandria (monoica a molti stami), e ci dice che le foglie sono ovate e a bordo seghettato. Da sempre si è chiamata faggio.Fenologia minima: ciclo vegetativo, fioritura, fruttificazione.
Fagus sylvatica è albero grande e bello, in città non si trova dappertutto, sono molto più frequenti le sue cultivar: in ordine di abbondanza: Purpurea (in verità più di una cultivar assume colori arrossati con variazioni pressoché sterminate), Asplenifolia, Pendula, Roseomarginata (sinonimo Tricolor), Fastigiata. Naturalmente va segnalata la sua vocazione a formare estese foreste. Sugli Appennini si spinge fino al limite estremo della vegetazione arborea, mentre sulle Alpi cede il passo, ad altezze più elevate, a larice e cembro e, ovviamente, al mugo.
Due splendidi esemplari abitano un giardino in Via Sarpi, proprio sotto il Bastione della Gatta. La specie ha molte belle proprietà, una affascinante è la corteccia: liscia, quasi vellutata al tatto, sottile, di colore grigio perla dalle molteplici sfumature al variare di luce e umidità.Giovane esemplare al Giardino SgaravattiFaggeta del Cimino (VT), una foresta vetusta; ma loro si rinnovano continuamente.
Non è facile in città riuscire a ritrarre gli alberi alti, e anche per il faggio le occasioni di ammirarne il portamento sono poche.
Un gruppo di giovinetti cresce nel Giardino Napoli (Via Siracusa); ripresi dal primo piano di Fornace Carotta.Veduta aerea sul Bosco del Gariglione, Altipiano della Sila (CS). Gli esemplari isolati e quelli che crescono sul limitare dei boschi conservano i rami bassi, mentre quelli all’interno li perdono velocemente poiché la corsa è in altezza. Sentiero nella Foresta del Monte Cimino. Così si presenta una faggeta: pilastri snelli e dritti a formare in alto archi variamente acuti, come in una cattedrale gotica, e niente sottobosco. Bosco Vandelli nell’ampezzanoFoglie alterne in formazione compatta quasi un mantello, ombra fitta assicurata.Forma tondeggiante, vertice ampio, quasi ottuso, la base imita il vertice. Nervature secondarie dritte, rade e parallele, margine ondulato. Colore verde intenso e brillante, picciolo corto e rossastro.Pagina inferiore più chiara, peluria aranciata alle ascelle delle nervature.Bordi pelosetti al risveglio vegetativoIn autunno variamente colorateUna rigida mattina invernaleGemma in febbraio, numerose perule robuste e appuntite; simili a quelle del carpino bianco.Aprile, loro si aprono scompostamente e restano per qualche tempo attaccate a foglie e fiori.Fioritura effimera nella seconda metà di aprile. Nella foto infiorescenze maschili, amenti cortissimi (quasi capolini) pendenti da un peduncolo pronunciato.I singoli fioretti hanno una mezza dozzina di stami e base (perianzio) piumettataDa una illustrazione botanica: infiorescenza maschile, singolo fiore maschile e sua sezione longitudinaleL’infiorescenza femminile schiva quanto complessa: un involucro lanuginoso formato da brattee, che poi diventerà una sorta di capsula (in realtà una cupola del tipo della ghianda), raccoglie uno o più fiori che lasciano emergere ricciuti stigmi gialloverdognoli, difficili da osservare. Un disegno a chiarimento del tutto. In omaggio ai tanti illustratori e alla loro opera meritoria.L’infruttescenza comincia a prender forma già in giugno: una cupola munita di morbidi aghi che avvolge interamente i frutti all’interno.In settembre matura la faggiola. L’involucro nel frattempo lignifica indurendo, ma non troppo, i suoi aghetti. Quattro valve per due o tre noci dalla sezione triangolare.In ottobre e novembre l’albero veste dal giallo al rosso vivo. Nella foto un esemplare ai Giardini Boris Giuliano (Via Morgagni). Giardino Città d’Italia, Via AnconaSplendido esemplare presso il muro perimetrale sud dei Giardini dell’Arena.Ancora il Giardino di Via Sarpi, verso la Palestra Comunale. Questa zona, dopo i lavori di manutenzione, è ora inaccessibile poiché incorporata nel giardino di una vicina scuola elementare (De Amicis). Entrata dell’Aula Morgagni (Ospedale Civile), Faggio sulla destra, a sinistra uno degli olmi di nostra conoscenzaCima del Monte Grande lungo il Sentiero 14. Il faggio è una presenza rara sui Colli, ma di recente ne ho trovato un altro sul sentiero del Venda (segnavia 9).Inverclyde (Scozia, foce del Clyde), un esemplare dal tronco possente ma non molto alto: una questione di latitudine.Bel sylvestris in Orto, la macchia rosata è un tricolor del quale parleremo presto.