Ma i frutti di quest’albero benedetto erano ‘pane quotidiano’ in molte valli delle montagne dal Caucaso alla Spagna; cibo rituale alla Sera dei Morti e nel giorno dedicato a San Martino, abbinandole al vino nuovo. E sogno dei nostri soldati affamati di cibo e di casa sui fronti lontani di guerra e di prigionia […] Mario Rigoni Stern, Arboreto salvatico, Einaudi, 1991, pag. 58
Fagaceae Castanea sativa Mill. Nome assegnato da Philip Miller nel suo celeberrimo Gardeners Dictionary, Londra, 1768, ottava edizione, al numero 1 del set di pagine denominate con la sigla CAS-CAS. Miller, giardiniere di Chelsea, fu fiero oppositore della nomenclatura linneana, di cui ritardò l’adozione in Inghilterra per decenni. Poi cedette vinto dalla realtà dei fatti, e nell’ottava edizione del Dictionary finalmente si adeguò.
Frontespizio dell’opera La pagina incriminata (Fonte: Biodiversity Heritage Library)Fenologia minima. I ricci cadono quasi subito in novembre.Areale di origine. Secondo alcuni autori furono i romani a portarlo nel Mediterraneo dal Vicino Oriente e a diffonderlo poi in tutta Europa.
Il castagno è un albero grande, forte e longevo. Bello nel portamento: chioma ampia, rami svelti che si espandono quasi orizzontalmente, cima che si chiude a cupola. Ha segnato da sempre il paesaggio europeo, originariamente a sud e poi fino alle Isole Britanniche, e il regime alimentare nelle zone collinari e premontane. In città, che io sappia, esiste un unico esemplare in Orto e così giovane da non fare ancora frutti. Ma in compenso i Colli ne sono pieni.
Kew Garden, Londra. I rami si staccano molto presto dal tronco.Dall’internoIl sentiero che da San Gottardo porta alla Cascina Margherita (segnavia 7), Brescia.Cupola perfetta e superba.La sua bellezza o forse la forza simbolica della sua immagine gli fanno meritare le copertine di libri e riviste. Approfitto di questa circostanza per segnalare il manuale nella foto: sobria e puntuale la descrizione dei caratteri. Ogni libro che abbia un’anima, illumina la conoscenza da angolatura diversa.Vetusti castagni lungo il sentiero del Venda, segnavia 9, Colli Euganei. La foto è in febbraio, ma l’albero resta spoglio fino ai primi di aprile. Circostanza che non sfugge al poeta (Pascoli, Il castagno, Myricae, 1903).
Quando sfioriva e rinverdiva il melo, quando s’apriva il fiore del cotogno, il greppo, azzurro, somigliava un cielo visto nel sogno;
brullo io te vidi; e già per ogni ripa erano colte tutte le vïole, e tu lasciavi ai cesti ed alla stipa tutto il tuo soleFiore di cotogno. Primi di aprile.Violette in marzo, azzurrano il fianco del sentiero (greppo) sul Monte Grande (Colli Euganei).Foglie novelle in aprileFillotassi alterna. Foglia allungata, vertice acuto e base arrotondata; venature dritte, fitte, parallele; bordo seghettato. Denti osservati da vicino: terminano con un morbido aghetto.Pagina inferiore più chiara e con venature in rilievo.Tardi rinverdisce e tardi (giugno) fiorisce. Ma lo spettacolo è suggestivo, le enormi piante si ricoprono di pennacchi dorati.Infiorescenze, molto spesso bisessuali, in lunghi e robusti amenti che portano nella parte superiore gruppi (glomeruli) di fioretti ‘nudi’ dalle gialle antere, e inferiormente gruppi di fiori femminili. (Foto: cortesia di Andrea C.)Ingrandimento di un glomerulo di fiori maschili. I singoli fioretti distendono le minuscole antere inizialmente attorcigliate.Amenti dorati di soli fiori maschiliNella parte inferiore gruppi di due o tre fiori femminili. I segmenti bianchi che escono radialmente sono stigmi, ogni centro di irradiazione è un singolo fiore (nella foto ognuno dei tre gruppi di fiori ne porte tre). (Foto: cortesia di Andrea C.) Le strutture verdi, alla base del gruppo di fiori femminili, si trasformeranno in ricci spinosi. Nella foto i glomeruli di fiori maschili sono in boccio.In primo piano gruppetto di fiori femminili, ricoperto da un rivestimento di brattee e aghi carnosi: il futuro riccio.I lunghi e appuntiti stigmiSingolo fiore femminile, una volta asportato l’involucro e separati fra loro. Si distinguono il breve stilo al centro, e l’ovario supero a sinistra.Infiorescenze in maggioCastagne nel loro riccio. Tutti le conosciamo.Completano la maturazione in ottobre, e nel frattempo stemperano il verde scuro della chiomaPrimi di settembre. Il riccio è una cupola, potremmo dire una pseudo capsula, che si apre in due o quattro valve, mentre i frutti all’interno sono noci.Castagneto sul Monte Rosso (Colli Euganei, segnavia 16). Non è in buono stato, nessuno raccoglie i frutti e lo stanno trasformando in ceduo.Catasta di tronchi di castagno. Monte Grande, segnavia 14, Colli Euganei.Queste piante sono invece curatissime e economicamente preziose. Piantagione di castagni nel comune di Soriano nel Cimino (VT).Bosco di castagni lungo il sentiero della Valle del Sambuco, Ravello (SA). Anche queste piante danno ottimi frutti.Negli esemplari giovani e nei rami nuovi la corteccia è liscia e sottile. Poi si fessura in lunghi solchi longitudinali sufficientemente distanziati fra loro da lasciare pressoché intatta la corteccia interposta. Pianta giovane: corteccia lisciaLe creste restano appiattite……ma non perfettamente lisce, si tagliuzzano orizzontalmente.La foto mostra come il fenomeno si verifichi a partire dal basso, qui l’espandersi del fusto provoca le screpolature assenti nella parte superiore. La zona di transizione è involontariamente segnalata dal nastro rosso e bianco.
E per finire, qualche posto che vale una visita.
Vetusto esemplare, potato a ceduo, lungo il sentiero (già incontrato) per la Cascina Margherita. Ce n’è un filare intero.Castagno monumentale di Cerva, Sila Piccola. Gli Ent esistono!Castagno dei Cento Cavalli, Sant’Alfio (CT). (Foto: Omino Street View; una comoda visita virtuale)Kew Garden, Londra. Una passerella fra i castagni. Sospesi ad una ventina di metri dal suolo:che dà per gli occhi una dolcezza al core, che intender non la può chi non la prova.