Breve storia di una illustrazione sfortunata – La tavola di Ehret sul sistema sessuale di Linneo

L’interesse di Unalberoalgiorno per le illustrazioni botaniche è sempre stato grande; nell’ultimo periodo si è (se possibile) accresciuto dopo la frequenza di un corso di Storia della Scienza dove molto è stato detto sul ruolo delle immagini nella conoscenza scientifica. Il post è frutto anche di questa esperienza; obbligatori i ringraziamenti alla titolare del corso.

Nel 1736 il giovane Georg Dionys Ehret (1708-1770) era in Olanda a fianco di Linneo per illustrare, sotto la sapiente e incalzante guida del suddetto, il celebre e prezioso Hortus Cliffortianus, Amsterdam, 1737.

Illustrazione che precede il frontespizio (antiporta), a firma di Jan Wandelaar, lo stesso che preparerà le incisioni dei disegni di Ehret a illustrazione del libro. Linneo (a detta di alcune fonti) è ritratto nelle vesti di Apollo mentre svela la verità (il Cliffortianus è il primo ad adottare il sistema sessuale per le specie). A destra sullo sfondo il banano che Linneo riuscì a far fruttificare nell’orto; prodezza di cui andava, giustamente, orgogliosissimo.

Questo l’antefatto, ma veniamo a noi. Nello stesso 1737 Ehret compone una tavola a illustrazione del sistema sessuale (proclamato al mondo da Linneo due anni prima: Systema Naturae, Leida, 1735) e oggi conservata al Natural History Museum di Londra.

Opera, a mio avviso bellissima, concepibile soltanto da chi avesse profondamente assimilato il pensiero di Linneo. Si potrebbe dire, a rischio d’essere tacciati di aristotelismo fuori tempo, che racchiude l’essenza della classificazione linneana. (Nella foto una copia che ho trovato allegata ad una prima edizione di Systema Naturae).

Vale la pena ripercorrere le singole figure, magari saltando le prime 13 per non appesantire troppo il post. Vi sottopongo disegni che io stesso ho copiato da quelli di Ehret – un modo del tutto personale per penetrarne lo spirito.

Classe 14. Didynamia e 15. Tetradynamia, piante a fiori con stami di lunghezza diversa. Il termine ‘dynamia’ richiama la ‘forza’ e accompagnato ai due prefissi suona all’incirca come: due-forze e quattro-forze, con chiaro riferimento agli stami più lunghi.

Urge il conforto di foto a guisa d’esempio.

Didynamia classe 14. Campsis radicans (Bignonia)
Tetradinamia classe 15. Lunaria annua (Foto Joey Shaw)
Monadelphia: i filamenti degli stami sono fusi in un’unica struttura; Diadelphia: i filamenti degli stami sono fusi in due strutture distinte; Polyadelphia: i filamenti degli stami sono fusi in più strutture.
Monadelphia classe 16. Melia azedarach (Melia)
Diadelphia classe 17. Robinia pseudoacacia (Robinia)

Le tavole (in Hortus Cliffotianus) sono solo tre dozzine e quasi la totalità di piante erbacee, c’è però Amorfa fruticosa un arbusto i cui fiori (così belli da commuovere) sono diadelfi. Si riconosce, in basso, il nome di Ehret.

Il singolo fiore, di bellezza rara, ha un unico petalo.
Polyadelphia classe 18. Citrus x limon (Limone).
Fascetti di filamenti. Sono visibili le zone di fusione.
Syngenesia: le antere degli stami sono saldate fra loro a formare un tubicino con all’interno lo stilo, i filamenti sono liberi. E infine la classe Gynandria: stami che spuntano direttamente dai pistilli.
Syngenesia classe 19. Helianthus annuus (il ben noto girasole). Tolta la corolla e fatto slittare il tubicino formato dalle antere, i filamenti si flettono un po’ a imitazione del modo di Ehret.
Gynandria classe 20. Passiflora cerulea (Passiflora)
Seguono le rappresentazioni delle classi Monoecia 21, Dioecia 22, Polygamia 23 – piante monoiche, dioiche, poligame.
Infine la 24. classe (Cryptogamia) simboleggiata da un fico spaccato a metà.
Ed ecco la foto a modo d’esempio

La pagina III della prima edizione di Systema Naturae. Linneo svela l’etimo (il lemma è da lui inventato) e impone la definizione. Scopriamo così che la parola significa nozze nascoste, cioè celebrate in segreto, cioè specie del regno vegetale con fiori che sbocciano dentro il frutto o che sfuggono alla nostra vista per la loro piccolezza.

A questo punto ci si potrebbe aspettare una calorosa accoglienza della tavola da parte di Linneo (i due erano per giunta molto amici), ma si deve constatare che non compare molto spesso nelle sue opere. Una l’ho trovata come tavola fuori testo (nel senso che non sembra nemmeno rilegata), nella seconda edizione di Genera Plantarum, Leida, 1742 – cinque anni più tardi.

Collocata subito dopo la pagina 19. In verità anche in altri testi del periodo la tavola non compare rilegata, sembra quasi che i vari proprietari l’abbiano giustapposta a libri acquistati indipendentemente. Qualche fonte assicura che l’Ehret la vendesse personalmente a botanici e appassionati di ogni sorta.

Allo scarso successo dell’illustrazione si aggiunge un finale un po’ triste. Infatti, Linneo, una dozzina d’anni dopo, fra il 1748 (Hortus Upsaliensis) e il 1753 (prima edizione di Species Plantarum) toglie il fico dalle crittogame per metterlo fra le poligame. Non ho trovato né il momento esatto della migrazione, né i motivi che convinsero il Nostro a fargliela fare. Peccato!

La pagina 305 di Hortus Upsaliensis. Il primo dei richiami a testi precedenti riporta il vecchio caro Hortus Cliffortianus.
La pagina 1059 della prima edizione di Species Plantarum. Il Ficus foliis palmatis è diventato nel frattempo Ficus carica e compare fra le piante poligame.

Naturalmente dovette cambiare anche la definizione di Cryptogamia:

nell’edizione del 1756 di Systema Naturae scriverà: ‘Fiori appena visibili a occhio nudo’(1).

Questo segnò la fine della tavola come possibile illustrazione da inserire nei testi che adottavano il sistema sessuale, perché, poverina, risultava fallace.
Ma l’opera non ha perso niente del suo fascino, e fa piacere trovarla abbondantemente in rete, o che qualcuno la metta al centro di eventi sulla storia della scienza.


(1)Molto diverso il significato moderno del termine, ma questa è un’altra storia che abbisogna di un post tutto suo.

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