Melia azedarach – Albero dei rosari

Aggiornato nel Maggio 2022

fenologia minima: ciclo vegetativo, fioritura, fruttificazione.
Areale di origine (native range)

Melia azedarach è albero affascinante ricco di peculiarità, a cominciare dalle incredibili foglie.

Foglia doppiamente pennata di notevoli dimensioni, la lunga rachide, compresa di picciolo, può agevolmente superare il mezzo metro.
Ogni fogliolina è variamente dentata
In autunno le foglie diventano giallo smagliante.

Le innumerevoli foglioline, differentemente orientate grazie alla doppia disposizione pennata, danno al Nostro un aspetto arioso. L’effetto è accentuato in autunno, quando il verde della chioma è inframezzato da macchie di colore giallo oro.

Albero di media grandezza a chioma ampia sorretta da rami robusti. Nella foto: Via Luzzatti, una traversa di Via Paolotti, presso l’Istituto di Fisica
Via Negrelli
La corteccia è rosso grigiastra, e quando si fessura lascia trasparire lunghe fenditure rosso mattone.
I rami più giovani sono grigioverdi con numerose lenticelle.

Un altro carattere che lascia una profonda impressione, e che è difficile dimenticare per il Cacciatore di Alberi, è il fiore. Dal centro della corolla, costituita da cinque stretti petali, si erge una struttura tubolare, di colore viola scuro, formata da stami saldati fra loro, con in cima una specie di merletto. Le antere giallissime sono rivolte all’interno, e pure racchiuso in questa specie di torre si trova il pistillo.

Nelle lingue evolute tutto ha un nome: gli stami così saldati fra loro si dicono monadelfi
Il pistillo occupa tutto lo spazio disponibile, e lo stigma bombato va a sbattere contro le antere.
Infiorescenza a pannocchia
Numerosissimi fiori profumati distribuiti in chiazze;…
…a seconda che i fiori siano in bocciolo o dispiegati, il colore delle chiazze cambia con le settimane.
Frutti, quasi sferici e polposi; dapprima verdi diventano ambra in autunno
Gli ambrati globuli permangono sulla pianta, facendo bella mostra di sé, per tutto l’inverno.
All’interno curiosi noccioli costolati utilizzati, prima dell’invenzione della plastica, come grani per corone da rosario; da qui il nome comune dell’albero. La cosa veramente singolare è che sono naturalmente traforati il che sembra fatto apposta per farci passare un filo.

Le piante di questa specie in città si contano sulla punta delle dita, forse a causa della tossicità di foglie e frutti; oltre ai luoghi già menzionati ne riporto un altro paio.

Via Monte Grappa
La vicina Via Monte Pasubio
Via Negrelli, maggio
Via Luzzatti
Autunno