Diospyros kaki L.f. Nome imposto dal figlio di Linneo, anche lui Carlo, nel libro Supplementum plantarum, Brunswick, 1784. Il volume si pone come un ‘supplemento’ a tre libri precedenti: la tredicesima edizione di Sistematis vegetabilium di Johan Andreas Murray, la sesta edizione di Genera Plantarum di Linneo padre 1737 e la seconda edizione di Species Plantarum pure del padre.
La pagina 439. L’autore dopo aver fornito parecchie indicazioni sui caratteri, si premura di indicare le principali differenze tra il kaki e il lotus, nonché il virginiana.Fenologia minimaAreale di origine (native range)
L’albero dei cachi dai frutti succulenti ma non da tutti apprezzati, particolarmente dai bambini, è ormai parte del paesaggio italiano. Non vi è, quasi, giardino privato che non ne abbia uno. Eppure la sua introduzione in Italia è relativamente recente: ultimi due decenni dell’Ottocento. L’albero arriva dal Giappone dove è celebrato da una consolidata tradizione.
La classica immagine dell’albero in inverno: spoglio di foglie ma carico di frutti.Si tratta di una bacca (i semi non sono protetti da un nocciolo) grande e dalla polpa di consistenza acquosa; colore aranciato. Il frutto in Giugno, avrà tutto il tempo per maturare fino all’inverno.Contiene quattro semi, grandi e marrone. Naturalmente le cultivar che compaiono sulle nostre tavole sono tanto più pregiate quanti meno semi hanno.Le foglie sono grandi e coriacee.Pagina inferiore, nervature più chiare e pronunciate.Lo spettacolo delle foglie in autunno.Fiore giallobianchiccio e carnosoQuattro petali e quattro sepali, la simmetria quaternaria non è poi così comune. I petali aprendosi si arricciano, mentre il calice si dispiega liberamente. Unico pistillo graziosamente sfrangiato in cima. Un po’ nascosti gli stami, appressati allo stilo.Frutto immaturo in giugno.Albero dalle dimensioni contenute e dal portamento raccolto. Orto Botanico.Una villetta in prossimità dell’incrocio della Stanga, lungo il Piovego.Via Santa Maria in Vanzo, giardino privato.Via Volturno presso la Breccia di San Prosdocimo.Via Tripoli, una laterale di Via Sorio.Monte Isola (Lago d’Ieso), il sentiero che da Peschiera Maraglio conduce al Santuario della Madonna della Ceriola.La corteccia si squama in piccole placche quadrilatere.