Cydonia oblonga – Cotogno

portamento; foglia; fiore; frutto; corteccia; foliage; fenologia; areale di origine; sistematica; dove trovarli; spigolature

Cydonia oblonga Mill.
Nome imposto da  Philip Miller nel suo celeberrimo Gardeners Dictionary, Londra, 1768, ottava edizione, al set di pagine denominate con la sigla Cyd-Cyn. Miller, giardiniere di Chelsea, fu fiero oppositore della nomenclatura linneana, di cui ritardò l’adozione in Inghilterra per decenni. Poi cedette vinto dalla realtà dei fatti, e nell’ottava edizione del Dictionary finalmente si adeguò.

La pagina incriminata. Foglia allungata ma ovata, sotto tomentosa, pomi con base larga e allungata.

Fenologia minima: ciclo vegetativo, fioritura, fruttificazione.
Areale di origine (Native range)

La mela cotogna è un frutto noto a tutti gli appassionati di cotognata, una marmellata deliziosa dal gusto corposo e consistenza granulosa. Se ne fanno anche dolcetti con gli stampini; un classino, a Venezia, è l’immagine di San Martino, quello del vino novello e del mantello, per intenderci. Meno noto è il fiore, che pure è bellissimo, forse perché si confonde facilmente con quello del melo.

Il frutto a seconda della varietà può avere una forma a mela o a pera. Il colore è giallo intenso, la buccia persa la peluria diventa lucida.
Medaglione con l’effige del Santo.
Aprile. Il fiore è di una bellezza struggente. Cinque petali candidi venati di rosa, sepali dentellati e ripiegati all’indietro.
Bocciolo con petali avvitati. Sotto, coperto dai sepali, il ricettacolo, che fornirà la preziosa polpa.
Fiori solitari in cima ai rametti
Cinque stili, gialli e sormontati da stigmi ocra. Numerosi stami dai filamenti violacei.
Ovario infero; il ricettacolo ingrossandosi forma il frutto (pomo).
Metà maggio
Giugno
Settembre. I grossi frutti gialli fanno capolino fra le foglie che iniziano lentissimamente a ingiallire.
Foglie ellittiche, venature chiare e distanziate, bordo intero, apice ad angolo ottuso.
Pagina inferiore tomentosa comprese le venature. Picciolo sempre vagamente rosseggiante.
Novembre
Gennaio. L’albero si veste di giallo.
La corteccia si stacca a placche lasciando zone legnose. Il colore è difficile da definire: differenti gradazioni e intensità di testa di moro, variabili fra le parti della stessa pianta e fra i diversi esemplari.
In città ho trovato questo unico esemplare, oltre che naturalmente in Orto, che vive in una rotonda in Via Tommaseo davanti al nuovo Tribunale. Ci sono rotonde e rotonde, questa a me piace molto nella sua essenzialità.
Portamento globoso, tronco e rami robusti, dimensioni modeste.
Non rinunciano mai a potare le piante, anche quelle che non danno alcun ingombro. Nonostante la spennatura, ha trovato le energie per fiorire.
Uno dei due esemplari che vivono in Orto. Qui in prossimità della porta sud.
I manuali avvisano che la fecondazione, nella grande parte dei casi, avviene solo se nei paraggi e presente un’altra pianta – ovviamente non un clone – forse è questo il motivo della presenza in Orto di due individui.

Spigolature

Il melo cotogna era pianta fortemente legata al territorio, ma dagli anni sessanta la produzione è crollata. Un peccato. Molte sono le tracce di questo legame, nello stemma della città di Codogno, ad esempio, compare l’albero carico dei pregiati frutti.
Bellini, Madonna con Bambino, 1487, Accademia Carrara di Bergamo. La carica emotiva è grande, fondata com’è su uno scambio di sguardi misteriosi.

Riguardo poi alla mitologia le cose da dire sarebbero tantissime, impossibile anche solo accennarne. Qui troverete un ameno articolo dedicato a questo argomento.