Pistacia terebinthus – Terebinto

portamento; foglia; fiore; frutto; corteccia; rametto; gemma; fenologia; areale di origine; dove trovarli

Pistacia terebinthus L.
Annomato da Linneo nella prima edizione del celeberrimo Species Plantarum, 1753. Carl Nilsson Linneaus fu un (o piuttosto ‘il’) naturalista svedese, concepì la moderna classificazione scientifica degli esseri viventi, e introdusse la nomenclatura binomia (Systema Naturae, 1735).

Fenologia minima: risveglio vegetativo, fioritura, fruttificazione.
Areale di origine – Native range.

Arbusto o piccolo albero della macchia mediterranea ma, al contrario di tantissimi, non sempreverde. Chioma poco compatta sorretta da rami sottili e irregolari.

L’albero può raggiungere i cinque metri. Nella foto (esemplare lungo la Via Appia presso Fondi, Latina) si distingue bene la chioma piuttosto rada tipica della specie.
I rami sottili salgono con inclinazioni incerte
In città, che io sappia, vivono i soli esemplari (quattro) dell’Orto. Nella foto il grande Terebinto (una femmina) che abita la Macchia mediterranea, presso l’Edificio Museale a nord.
Da sinistra a destra: 1 Pistacia terebinthus, 2 Phillyrea latifolia, 3 Rhamnus alaternus,
4 Juniperus communis, 5 Viburnum tinus, 6 Arbutus unedo, 7 Myrtus communis, 8 Olea europaea, 9 Pistacia lentiscus.
Nelle serre nuove abita un maschio di una certa età ma dalle dimensioni contenute.
Foglie composte imparipennate. Inizialmente verde chiaro e quasi bronzee…
Da due a quattro paia di foglioline a bordo intero e senza picciolo. Rachide non alato a differenza del cugino lentisco la cui foglia, ad una prima osservazione, molto somiglia a quella del Nostro.
Foglioline da allungate ad arrotondate
Picciolo appiattito, scanalato e inizialmente arrossato. Rametti lenticellati e, da giovani, verdi rossastri.
Nella foto foglia in ottobre. Ha perso il colore brillante e mostra con maggiore evidenza le venature chiare delle foglioline.
Gemme con perule rosse a punta nera, dai colori un po’ sbiaditi
Rametti marroncino con numerosissime lenticelle.
Infiorescenza a pannocchia, i minuscoli fiori la rendono alquanto scarna. Nella foto infiorescenza femminile.
I fiori nudi (senza petali) hanno rossissimi stigmi.
Tre stili saldati alla base confluiscono in un ovario sferico circondato da minuscoli tepali (non tutti della stessa lunghezza). In basso la brattea protettiva.
Pochi giorni dopo. Con i sepali asportati bene si distinguono l’ovario sferico, sempre più arrossato, e i tre stili verdi.
Infiorescenza maschile dai fioretti nudi con filamenti cortissimi e antere rosse e verdi
Fiorisce poco prima di mettere la foglie
Qualche tempo dopo a completa maturazione si distingue bene la forma a pannocchia dell’infiorescenza
Cinque antere. Nella foto ormai aperte e grondanti polline.
La foto di destra mostra la grande brattea protettiva.
I frutti sono piccole drupe disposte in grandi strutture aperte che riproducono la forma delle infiorescenze.
Frutti in formazione in maggio. Le drupe sono sempre molto indecise ad assumere la colorazione rossa che portano per tutta l’estate.
Poi a maturazione diventano blu violacee. Foto in ottobre.
Corteccia prevalentemente grigia. Piccole placche irregolari sollevate ai bordi e separate fra loro da strette fessurazioni.
Giovane pianta cartellinomunita
Giovane Terebinto con i colori delle foglie appena formate. Passo Quercia del Monaco, Lenola, Latina.
Aprile. Ancora la Terebinta presso l’Edificio Museale.
In Orto i piccoli spazi impongono il contenimento delle chiome, cosa che è fatta periodicamente, con grande cura e competenza
Nella foto un’occasione ghiotta per capire (e apprezzare) il lavoro dei giardinieri. A sinistra la pianta nel Marzo 2022, a destra tre mesi prima (Dicembre ’21).
Sentiero dei Limoni (Maiori, SA), una immagine che è quasi un compendio della Macchia mediterranea. A destra un Lentisco caparbiamente aggrappato alla parete rocciosa (calcare dolomitico), a sinistra Alaterno e al centro vicino alla ringhiera un giovane Terebinto. La ripidezza della scalinata non è un effetto prospettico…
Un terebinto di incredibili dimensioni vive nel Cimitero di Monterosso (Cinque Terre, La Spezia).

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