Pyrus communis L. Nome imposto da Linneo nel celeberrimo Species Plantarum, Stoccolma, 1753.
La pagina 479. Foglie seghettate con base allungata. Numerose le varietà, tra le quali una denominata ‘Pyraster’ forse la specie Pyrus pyraster (L.) Burgsd. Collocato nell’ordo linneano Icosandria Pentagina (venti stami, cinque pistilli); fra le Rosaceae da Jussieu (Polypetala Stamina perigyna: fiori a petali separati e stami che circondano il gineceo).
Fenologia minimaAreale di origine (native range). L’area di diffusione sembra essere il Caucaso, ma da sempre la specie abita l’Europa.
Albero di medie dimensioni dalla chioma espansa e rami assurgenti. Coltivato da sempre per i frutti squisiti, comprende un numero enorme di cultivar. Raro in città.
Via Poli, un austero giovanotto che fiorisce più o meno abbondantemente, ma che, a mia memoria, non ha mai dato frutti.Un vecchietto cresciuto spontaneo a San Nicolò (Lido di Venezia); lui invece molto prolifico.Coltivazione di peri in varie cultivar all’Orto Botanico di Torino.Foglia verde smeraldo, lucidissima, molto consistente ma non coriacea. Di forma alquanto allungata.Da giovane chiara e morbida. Bordo finemente seghettato, base acuta, apice acuminato. Pagina inferiore molto più chiara; pelosa da giovane. Picciolo lungo quasi quanto la lamina.Le foglie spuntano a ciuffi da tozzi brachiblasti.Gemma ai primi di marzo. Numerose le perule protettive.In autunno le foglie diventano ocra e poi, ma non sempre, rosse.Infiorescenza ad ombrella. Fiori bianchi portati da lunghi e robusti peduncoli.Cinque petali. Numerosi stami dalle antere purpuree; belle da vedere, però imbruniscono presto. Due teche e quattro sacche polliniche, filamento diafano……attaccato al dorso dell’antera.
I petali sono più o meno concavi e più o meno frastagliati al vertice; hanno unghie sottili e visibili. Sepali, a vertici triangolari e acutissimi, saldati alla base. Ovario infero (profonda-mente immerso nel ricettacolo).
Cinque stili separati (diversamente dal melo suo stretto cugino), leggera peluria alla base. Stigmi piccoli e piatti. Ovario infero, come già dettoSezione trasversale. Cinque carpelli con relativi loculi che portano un paio di ovuli ciascuno.Il frutto è la ben nota pera, un pomo dalla forma allungata e rigonfia alla baseSezione trasversale. Al centro il torsolo, cioè tutto quello che proviene dall’ovario, e all’intorno la gustosa polpa frutto della trasformazione del ricettacolo. Quasi tutti gli ovuli maturano e i semi sono piccoli, lucidi e coriaceiAll’interno due grossi cotiledoni. Nella foto si distingue l’embrione e una delle attaccature (macchia scura) dei cotiledoni.Corteccia liscia da giovane, in seguito si fessura in piccole placche irregolari. Sovente è su portainnesto – il Cacciatore di Alberi è avvisato…Il colore è inizialmente grigio brunastro, ma con l’età vira decisamente grigio.
Spigolature
Il legno di pero è duttile, omogeneo, compatto, perciò da sempre ideale per farne matrici a stampa.
A sinistra matrice xilografica in legno di pero e a destra l’effetto che produce, da: Ulisse Aldrovandi (a cura di Ovidio Montalbano), Dendrologia, 1667, Pyra: Favarola Albicantia; Favarola Albicantia alia; Favarola alia, pag. 389. Dell’Aldrovandi possediamo una raccolta cospicua di tavole a colori. Nella foto due, delle numerose, dedicate al frutto del pero.
Anche nelle arti figurative la specie è ben rappresentata, poiché il suo frutto, forse per la dolcezza che lo caratterizza, è accostato a bontà e benevolenza.
Caratteristiche ben raffigurate nella Madonna di Alzano (o Madonna della Pera) del Bellini, 1485, Accademia Carrara Bergamo.
Non poteva mancare almeno una poesia. Delle moltissime ho scelto questa di Hilda Doolittle dal titolo, volutamente prosaico, Pero. (Mi ha aiutato nella ricerca e nella traduzione il consueto M. Petazzini, La poesia degli alberi, Luca Sossella Editore, Roma, 2020, pag. 693).
L’albero se ne sta alto e irraggiungibile coi suoi fiori d’argento.Bellissima la metafora sull’androceo (gli stami purpurei). (Che sia metafora me lo ha confermato il mio amico Professor Luca Zuliani che ringrazio)
Polvere d’argento sollevata da terra, di dove le mie braccia possono arrivare sei salita più in alto. O argento, più in alto di dove arrivano le mie braccia ci fronteggi con la tua grande mole;
nessun fiore ha mai aperto una foglia bianca così convinta, nessun fiore ha mai separato l’argento da un argento così raro.
O bianco pero, i tuoi ciuffi di fiori, folti sul ramo, portano estate e frutti maturi nei loro cuori purpurei.