Libocedro – Libocedrus decurrens

Articolo aggiornato nel Febbraio 2022, e poi nell’Agosto 2024

Libocedrus decurrens Torr.
Nome imposto dal botanico statunitense Jhon Torrey, studioso appassionato che contribuì alla conoscenza delle flora del suo paese. Il nome compare per la prima volta nel piccolo e intenso libro Plantae framontianae, Washington, 1850, che descrive le piante raccolte dal Colonnello J. C. Fremont in California. Vi compaiono numerosi nuovi generi, fra cui Fremontia dedicato al militare (e come poteva mancare l’omaggio?)

La pagina 7. Alla descrizione succinta ma attenta in latino ne segue un’altra ricchissima e minuziosissima in inglese. La voce è corredata da una tavola molto bella della quale riporto i particolari più significativi.

Ho faticato non poco a scovare il libro, ma sono stato premiato dalle bellissime tavole che ne impreziosiscono la seconda parte, e che vi invito senz’altro ad ammirare.


Fenologia minima (sempreverde): risveglio vegetativo, fioritura fruttificazione
Areale di origine (native range)

Libocedrus decurrens (o Calocedrus decurrens) è una conifera sempreverde piuttosto diffusa in città, soprattutto nei giardini privati di ville e villette degli anni cinquanta del Novecento. Un posto dove osservarla in tutta comodità, e tranquillità, è ai Giardini dell’Arena; luogo recentemente restituito nella sua totalità ai cittadini grazie alla intelligente iniziativa di aprire spazi dedicati che hanno scalzato, sembra definitivamente, bande di pusher e schiere  di avventori (senza compratori non / vi sono spacciatori) che vi scorrazzavano completamente indisturbati.

Fusto alto e diritto, la chioma ha forma conica allungata, rami orizzontali, corti e robusti. Nella foto un individuo in Via Raggio di Sole.
Libocedrus decurrens 23 Ott18
L’incredibile filare di libocedri nel tratto di Via Trieste che fronteggia i Giardini dell’Arena, la foto è presa dal ponte sul Piovego.
Libocedro decurrens 17 Feb18
Tre libocedri ai Giardini dell’Arena in prossimità del muretto che corre lungo le  mura cinquecentesche. La foto risale al febbraio 2018. L’albero in primo piano sulla destra è una Photinia.

Si identifica agevolmente dall’osservazione dei frutti, coni inizialmente verdi poi gialli verso maggio giugno e finalmente brunodorati in settembre ottobre, in inverno seccano diventando marrone. A maturazione sollevando due ali lasciano cadere due semi alati.

Libocedro decurrins 4 giu18
Frutti da poco formati in maggio-giugno
Libocedrus decurrens 17 Set18
Frutti in ottobre
I coni sollevano due ali mostrando un setto mediano piatto e allungato. Seccano in inverno e permangono sulla pianta ben oltre la comparsa dei nuovi frutti, ciò aiuta l’identificazione.
In ognuno dei due alloggiamenti ci sono due semi muniti di doppia ala (una per lato e di diversa grandezza). A destra, nella foto, il setto centrale.
Qui il modo in cui sono alloggiati i due semi.

Le foglie del Libocedro sono molto simili a quelle di altre conifere come thuje, chamaecyparis, cipressi. Sono piccolissime, dell’ordine del millimetro, assiepate fra loro e appressate ai rametti. Insomma, bisogna avvicinarsi e osservare attentamente per distinguerle.

Praticamente non c’è alcuna differenza fra pagina superiore e inferiore del rametto
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Il Libocedro condivide con thuje e camaecyparis anche la forma piatta dei rametti
Libocedro decurrens 14 Feb18
Fiori (coni) maschili in febbraio
Nell’ingrandimento si distinguono i peduncoli che sorreggono le brattee a protezione delle sacche polliniche
Pagina inferiore della brattea con due sacche aperte.
I coni femminili sono in cima ai rametti e assomigliano a foglie
Interessante il confronto fra il fiore femminile e la punta del rametto (la gemma), strutture molto diverse.
Fiore femminile visto “dall’alto”.
Libocedrus decurrens 7 Feb18
Un paio di settimane dopo.
La corteccia del Libocedro si fessura longitudinalmente e spesso se ne staccano lunghe strisce.
In questo giardino privato di Via Alberto Magno (vicino alla Specola) è presente un piccolo gruppo di libocedri.
Gruppo di libocedri al Parco Giochi San Carlo, Arcella…
Lezione di dendrologia con una classe di Prima Media.

Un Libocedro famoso si trova a Firenze al Giardino del Bobolino in Viale Machiavelli. Ha un nome proprio, ‘Albero becco’, e, per i Cacciatori di Alberi, vale sicuramente una visita.

I toscani sono spesso coloriti nel linguaggio, e da questa foto si possono intuire le ragioni di un nome così bizzarro.