Mahonia bealei – Maonia di Beale

Aggiornato nel Gennaio 2024

portamento; foglia; fiore; frutto; corteccia; crescita; gemma; fenologia; areale di origine; sistematica e etimologia; dove trovarli

Fenologia minima: ripresa vegetativa, fioritura, fruttificazione
Areale di origine (native range)

In questo periodo si può incontrare in città una pianta che porta vistose infiorescenze, formate da lunghi e sottili grappoli di brillanti fiorellini giallolimone. È Mahonia bealei, tra le numerose specie di maonia sicuramente la più comune a Padova; certo a motivo delle caratteristiche infiorescenze o, forse, anche per la stretta foglie dalla lunga rachide che porta numerosissime foglioline spinemunite.

Le foglie spinose (da quattro a dieci paia di foglioline) non invitano ad accarezzarla ma l’aspetto è intrigante.
Giardinetto privato in Via San Pio X. La pianta dai frutti carminio è una Nandina domestica. Entrambe appartengono alla famiglia delle Berberidaceae, forse non è un caso che siano state piantate vicine.
Non è facile districarsi fra le diverse specie del genere Mahonia, poiché molte di esse hanno numerose cultivar, senza contare, poi, gli incroci che mescolano i caratteri specifici. Questo esemplare dell’Orto ad esempio non ha l’esagerato numero di foglioline che spesso esibiscono le bealei reperibili nei vivai.
Più facile da distinguere è Mahonia aquifolium: foglie verde intenso e lucide; fiorisce un mesetto dopo. Mentre la Nostra è quasi indistinguibile da Mahonia japonica (a questo link se volete potrete approfondire l’intricata questione) .

Ma procediamo con ordine. Le foglie, come si è accennato, sono composte, con fogliolina terminale un po’ più grande. La pagina superiore è verde chiaro e ancora più pallida l’inferiore.

Questa pianta fornisce un ottimo esempio di foglioline prive di picciolo (sessili).
La specie tende a produrre polloni, come succede agli arbusti.
La fioritura è precoce, alcuni esemplari portano i fiori già in dicembre, ma il periodo canonico è gennaio-febbraio.
Dicembre 2020.
Gemme in ottobre.
Petali e sepali gialli, stami con doppia antera appressati ai petali, il pistillo verde e tracagnotto ha lo stigma a forma di curiosa coroncina. Scovare pistillo e stami non è facile, ma la tenacia è premiata dalla gradevolezza e singolarità di colori e forme.
Il filamento ha base sul petalo
Il pistillo messo a nudo, nella pancia prominente racchiude da uno a dieci ovuli
Sezione trasversale dell’ovario, dentro quattro ovuli attaccati al fondo del pistillo
Sezione trasversale. In realtà ho tolto solo una fettina, dentro due ovuli. Si distingue il canale dello stilo.
Sei antere, sei petali, dodici sepali disposti in doppia corona.
Fiori appena fecondati, la base del pistillo comincia ad ingrossarsi.
I frutti compaiono in aprile-maggio, dapprima glauchi e poi a maturazione blu violacei; la forma è simile ad un ellissoide.
Giugno. Sono bacche con uno o più semi.
Il residuo dello stigma in cima denuncia l’ovario supero. Minute brattee alla base del peduncolo;…
…le vedete? Originariamente erano a protezione del fiore.
Corteccia marrone che si fessura con l’età in scaglie quadrangolari.
La pianta cresce in modo regolare e caratteristico. Al centro della foto i raspi che portavano i frutti dell’anno precedente, in alto le infiorescenze dell’anno in corso. Quello che sta nel mezzo è il tratto di tronco cresciuto nell’anno in corso (anno n). E sotto il segmento cresciuto nell’anno precedente (anno n-1).
L’esemplare più grande in città, che io sappia, è in Via San Pio X, presso il Ponte Saracinesca. Abita il terrapieno delle Mura Cinquecentesche; altri ce ne sono lungo questa fascia di terra.
Tronco tormentato. I rami partono tutti assieme e si aprono dando al cespuglio un aspetto aperto.
Via Cremona (Sacra Famiglia).
Siepi con bealei ed altre specie in Piazza Castello. Un posto tranquillo e comodo per l’osservazione.
Alcuni esemplari hanno in inverno le foglie arrossate. Non è escluso che si tratti di cultivar o ibrido.
Anche per questi che sembrano miniature valgono le stesse considerazioni. Piazzetta Bettiol, presso Passeggiata Conciapelli.
Sistematica

Mahonia bealei (Fortune) Carrière
Nome imposto da Elia-Abel Carrière nel decimo tomo del libro (rivista) Flores des serres et des jardins de l’Europe, 1855.

La pagina 166. La descrizione è nelle seconda colonna. Carrière precisa all’inizio che il nome non è da considerarsi un sinonimo di Mahonia japonica. Segue una dettagliata descrizione, in specie delle foglie.
Frontespizio della pubblicazione. Si tratta di un’opera a beneficio di vivaisti e amatori, all’interno ci sono bellissime illustrazioni che ad ammirarle tutte si impiegano giorni.

Il nome sia del genere sia della specie proviene, come si intuisce, da due dediche: B. Mc Mahon giardiniere americano; Thomas Beale naturalista scozzese. Entrambi vissuti tra Settecento e Ottocento.