Juniperus communis – Ginepro

Fenologia minima (sempreverde): ripresa vegetativa, fioritura, fruttificazione
Areale di origine (native range) vastissimo.

Il ginepro è pianta universale, il suo areale si estende per buona parte dell’emisfero nord dal Mediterraneo al circolo polare artico, dall’Alaska alla Kamčatka. Presente in tutte le culture è da sempre utilizzato per aromatizzare cibi e bevande di ogni genere. In città è rarissimo; sembra che il cugino sabina attragga molto di più i giardinieri. In ciò c’è una strana ironia poiché quest’ultimo è pericolosissimo in tutte le sue parti, polline compreso, e ha areale ristrettissimo.

Il portamento è arbustivo, ma cresce con grazia alto e slanciato con rami assurgenti e sottili. Lido di Venezia, un bosco litoraneo a San Nicolò.
Le classiche ‘bacche di ginepro’. Pur avendo ben tre semi all’interno non si tratta, naturalmente, di bacca, il ginepro dopotutto è una cupressacea.
I galbuli maturano in due anni. Nella foto frutti dell’anno ancora verdi, e coni maturi di colore blu. Entrambi coperti da una leggera cera protettiva.

Con tutti questi nomi ho dimenticato il termine ‘coccole’ che pure indica il cono maturo. E il pensiero corre a La Pioggia nel pineto:

piove su i mirti
divini,
su le ginestre fulgenti
di fiori accolti,
su i ginepri folti
di coccole aulenti,

In cima al galbulo compare una struttura a tre punte: deriva dal cono femminile (come ama affermare Unalberoalgiorno: tutto quello che è nel frutto deriva dal fiore).
Il cono femminile spunta in marzo nell’ascella della foglia. Numerose brattee protettive (le squame verdi nella foto), e tre squame rosate che si salderanno fra loro dopo la fecondazione lasciando le peculiari tracce ben visibili nelle foto precedenti.
Coni maschili, gialli e allungati, simili a quelli di altre cupressacee.
Pianta dioica, fiori maschili e femminili su alberi diversi. Nella foto due ginepri accostati, la femmina è facilmente riconoscibile. I rami giovani salgono ad angolo stretto e sono lucidi e rossastri.
Col tempo la corteccia diventa marrone rossastra e un po’ grigetta; liscia al tatto, si sfalda in lunghe strisce sottili.
Le foglie (aghi) sono disposte a verticilli di tre. Non è facile vederlo in una immagine bidimensionale…
In bianco l’ultimo nodo e in giallo il penultimo. Un carattere utile al riconoscimento è la doppia riga bianca, più spesso una sola, sulla pagina superiore. Vertice pungente.
In città non è affatto comune. Alcuni esemplari vivono nel giardino di una villetta all’incrocio fra Via Giotto e Via del Carmine. Due si possono vedere da vicino e toccare: a destra la pianta addossata alla ringhiera; sull’estrema sinistra in Via del Carmine, se ne intravede un’altra oltre il cancelletto, anche lei vicinissima alla ringhiera.
Son passato di recente e ho scoperto che non ci sono più. Aggiornato nel Maggio 2022.
In Orto vive più di un individuo, nella foto un bell’esemplare lungo il lato interno del muro antico.
Ancora il piccolo bosco di San Nicolò al Lido. Un gruppo di giovani ginepri cresce fra robinie, sullo sfondo, e neonati pini domestici.

Sistematica

Juniperus communis L.
il nome fu imposto da Linneo nel celeberrimo Species Plantarum, Stoccolma 1753

La pagina 1040. Dopo una breve descrizione seguono i vecchi nomi. In testa alla pagina la voce della classificazione linneana (ordine: Dioecia Monadelphia: piante dioiche con fiori maschili a stami fusi in un unico corpo dai loro filamenti (in vero un po’ tirata per i capelli).