Ceratonia siliqua L. Il nome scientifico fu assegnato da Linneo nella prima edizione del celeberrimo Species Plantarum, Stoccolma, 1753.
La pagina 1026. Descrizione omessa, in compenso sono indicate tutta una serie di località di origine.Fenologia minima. I frutti maturano a fine estate inizio autunno dell’anno dopo la formazione, restano a lungo sulla piantaAreale di origine in verde. In giallo le regioni successivamente colonizzate
Albero mediterraneo per eccellenza assieme all’ulivo e alla macchia ne caratterizza il paesaggio e ne alimenta la cultura. Dal tronco breve si dipartono repentinamente grosse e robuste branche, che allargandosi danno alla chioma un andamento espanso. Le foglie pennate, con foglioline quasi perfettamente circolari, ne arricciano la capigliatura.
Orto Botanico di Padova, serre nuove. Altro esemplare in Orto, vive addossato al muro di cinta sul lato nordest, vicino alla Palma di Goethe.Malaga, Jardín Botánico Histórico – La Concepción. Un esemplare vetusto e imponente dalla chioma ampia e frastagliata. Il tronco segnato dal tempo, incute rispetto e soggezione.La corteccia si mantiene liscia per lungo tempo, ma alla fine si screpola in piccole scaglie perlopiù rettangolari.Bene se ne vede l’evoluzione nella foto. Il colore è bruno chiaro, dapprima tendente al rossiccio, poi al grigio.I rametti sono ricchi di lenticelle e colorati d’amaranto, tinta che la corteccia conserva ancora negli esemplari maturi.Foglia composta da due serie di foglioline quasi circolari, a bordo intero, dal piccioletto cortissimo, paripennate. Picciolo e rachide robusti e dal colore amaranto.Foglioline coriacee, spesse, verdissime nella pagina superiore, molto più chiare in quella inferiore. Venature evidenti sopra e sotto. Le nuove foglioline in maggio al risveglio vegetativo. Varie tonalità di fucsia; il muro di cinta dell’Orto, sullo sfondo, partecipa della saga cromatica.La fioritura è di difficile osservazione poiché il fiore minuscolo e nudo è disposto in piccoli racemi che spuntano dai posti più impensati. Amano farlo direttamente dalla corteccia dei rametti o addirittura del tronco. In questo il Nostro è simile all’Albero di Giuda, col quale condivide la famiglia (Fabaceae).Quanto al genere, ci sono piante con fiori sia unisessuali che ermafroditi. Anche se è molto più facile trovare alberi a sessi separati, cosa che ha facilitato i vivaisti nel selezionare massicciamente le femmine per i frutti grandemente richiesti.Singolo fioretto maschile. Simmetria esagonale con stami che si dipartono radialmente. Il calice è sormontato da una struttura curiosamente piatta (nettario). Gli steli escono in corrispondenza di impercettibili petali.Antere con due sacche polliniche coloratissimeSe il fiore maschile stupisce, ancora più singolare è il femminile. Da sinistra: calice a quattro-sei lobi, sei petali appena accennati, nettario appiattito a pianta esagonale, lungo e goffo stilo sormontato da uno stigma a cappella di fungo. In corrispondenza dei petali sbucano embrioni di antereOvario supero. Occupa lo stilo per intero con tutti gli ovuli allineati in fila per uno.Fiori fecondati o frutti in formazioneIl frutto è la famosissima carruba. Un grosso baccello, carnoso e profumatissimo; marrone a maturazione. Grande passione di tutti i bambini baby boomer che amavano divorarlo in festanti compagnie.Seme di carrubo, il famoso ‘carato’, una incredibile regolarità nel peso die singoli grani ne ha fatto unità di misura per preziosi.
Capri e Costiera amalfitana
L’isola di Capri e la Costiera amalfitana sono terre di carrubi. Oltre che nella macchia se ne trovano molti coltivati, forse perché i frutti sono un ottimo foraggio per equini. Indispensabili mezzi di trasporto (soprattutto il mulo) per raggiungere giardini altrimenti inaccessibili .
Maiori. Un notevole esemplare circondato da giovani ulivi. Si distingue, sullo sfondo, la parete rocciosa di Ravello.Sentiero per Erchie. Un ulivo a sinistra e un altro carrubo in alto; un bell’esempio di Oleo-ceratonion.Capri, un breve filare di carrubi cresciuto lungo un placido sentiero che lambisce i faraglioni.Sentiero dei Limoni