In questo post ci occuperemo del Cefalotasso che abita i Giardini dell’Arena, già incontrato in un precedente articolo.









Potare drasticamente – ma in questo caso sarebbe più appropriato parlare di amputazione – ha numerose conseguenze, sia estetiche perché è stravolto il portamento della pianta (non dimentichiamo di trovarci in un giardino storico), sia di sopravvivenza: non solo la pianta entra in crisi energetica, ma a causa delle ferite aperte e dell’eventuale ingresso dei parassiti ha un’alta probabilità di ammalarsi e morire. I riferimenti bibliografici non mancano, e neppure gli esempi storici, uno dei quali incontrato in un recentissimo post.
Vorrei solo aggiungere una sottile considerazione, a mio avviso dirimente, che alcuni perspicaci divulgatori ripetono da qualche tempo: se fosse vero che la potatura rinvigorisce, la natura stessa avrebbe approfittato di questa ‘opportunità’ e le piante avrebbero già da milioni di anni trovato il modo per potarsi da sole. Acuta osservazione che ha il pregio di rifarsi alla Teoria darwiniana; checché se ne dica, la migliore che abbiamo finora.




