Catalpa bignonioides Walter Nome imposto da Thomas Walter botanico americano di origini britanniche. Lavorò tutta la vita ad un libro, fatto pubblicare in Inghilterra nel 1788 da un suo amico col titolo Flora Caroliniana, dove descrive numerose specie della Carolina, il luogo dove abitava.
La pagina 64. Succinte ma pregnanti indicazioni. Il volume segue il sistema sessuale di Linneo e colloca la specie tra quelle a due stami e un pistillo.
Fenologia minime: ciclo vegetativo, fioritura, fruttificazioneAreale di origine (native range) – dalla Louisiana alla Florida.
Catalpa bignonioides tra le diverse specie di catalpa sembra essere l’unica presente in città, fatta eccezione, naturalmente, per l’Orto Botanico. È una pianta molto ornamentale con le sue grandi foglie, i lunghi e sottili baccelli, la spettacolare fioritura. Tutti caratteri che la rendono facilmente identificabile. Il portamento è espanso e un po’ irregolare.
Un bell’esemplare al Parco d’Europa in SettembreLe grandi foglie della Catalpa bignonioides, il margine è liscio e regolare, la forma ricorda un cuore ma con un vertice alquanto pronunciato.Lunghe e sottili capsule che assomigliano a baccelli in una foto autunnale ai Giardini TrevesInizio estate.La capsula si apre longitudinalmente e all’interno ha un setto (una membrana divisoria) che determina due cavità,… …con dentro affastellati in bell’ordine miriadi di semi alati.Il piccolo seme incastonato fra le aliDritto e rovescio del seme.Infiorescenze in grandi e vistose pannocchieI lunghi peduncoli danno un aspetto arioso.Calice colorato di viola, si apre in due valve, come due labbraCuriosi boccioli con un mucrone in cima. Fiori bianchi screziati di rosso e giallo. I petali sono fusi fra loro alla base del fiore, solo in alto sembra si vogliano separare, la struttura del fiore (non solo quella esterna) è analoga a quello della Bignonia.Stigma ripiegato all’indietro con vistosa giuntura del carpelloStilo lungo che si innalza da un ovario fusiforme e verdolino, sembra suggerire la lunga capsula che verrà. In basso, nella foto, si intravede la parte terminale del filamento (maculato) che aderisce alla parete interna della corolla.L’antera ha due teche unite per la base, dove si attacca il filamento; sembrano alquanto indipendenti fra loro ogni teca si apre longitudinalmente lungo la sutura delle sacche polliniche.La corteccia marrone chiaro si fessura in scaglie che sembrano intrecciarsi in lunghi e sottili filamenti.
Questa pianta è abbastanza frequente in città, certo a motivo della sua bellezza.
Un giardinetto seminascosto fra Via Palestro e Via Montesanto, dove c’è un’alta concentrazione di queste piante, alcune relativamente vecchie. Nella vicina Via Toselli e anche al Giardino dei Gelsi in Via Monte Cengio si possono trovare altri esemplari.Giardino dei GelsiL’Autunno si accende di colori anche grazie alla Catalpa. Uno dei numerosi esemplari al Parco d’Europa.Tenuta invernale all’Orto Botanico.In autunno
Ho dedicato un intero post alla catalpa nelle arti figurative. Di seguito la descrizione di una cultivar abbastanza diffusa in città.
Catalpa bignonioides Nana
Esiste una cultivar dal fogliame fitto molto amata da alcuni giardinieri per la capacità di produrre un’ombra densa.
La chioma si apre ad ombrelloe il tronco robusto non si innalza molto da terra.Due esemplari piuttosto anziani vivono al Parco Milcovich Altre tre abitano il piccolo Giardino Romana Aponense; è stato proprio dal post al link precedente che son venuto a conoscenza della cultivar, ringrazio per questo il suo autore.Le foglie sono un po’ più piccole rispetto alla pianta madre, hanno lamina più consistente e venature molto più evidenziate.Anche la corteccia ha lo stesso colore, ma fessure più distanziate.