Ginkgo biloba è albero affascinante e misterioso con particolarità veramente al di fuori del comune. Il carattere che colpisce primariamente è la foglia, le nervature si diramano radialmente dal lungo picciolo facendola somigliare ad un ventaglio, mentre una profonda incisione sembra dividerla a metà. Da questa cesura la pianta prende il nome specifico.
La bellezza e singolarità della forma è, se possibile, esaltata dal colore che la foglia assume in autunno, un giallo intenso che vira all’ambra col passare dei giorni.
L’albero ha portamento slanciato e severo.
Fiori maschili e fiori femminili sono portati da piante diverse. In realtà bisognerebbe parlare di ‘strutture riproduttive’ o ‘apparati riproduttivi’, ma, come spesso ricordato, Unalberoalgiorno si concede molte libertà…
I frutti, che in realtà sono soltanto dei semi con un involucro carnoso, sono simili a prugne, e a maturazione hanno un odore nauseabondo.
La corteccia è grigia e con fessure alquanto distanziate fra loro.
Osservando l’albero da lontano si resta colpiti dai lunghi e possenti rami che si protraggono un po’ in tutte le direzioni. Ciò è dovuto alla scarsità di rami e rametti secondari, in luogo dei quali la pianta presenta numerose strutture tozze e robuste (brachiblasti), alle cime delle quali sono attaccati ciuffi di foglie.
Ancora qualche esemplare isolato.
Sistematica
Ginkgo biloba L. Nome imposto da Linneo a pagina 313 del volume Mantissa Plantarum Altera, stampato a Stoccolma nel 1771, diciotto anni dopo Species Plantarum.