Il sistema di Tournefort 2 – Alberi e arbusti

Il post è il secondo di quattro (1, 2, 3, 4) dedicati al sistema di Tournefort. Continuiamo il nostro faticoso ma elettrizzante cammino riprendendo dalla diciottesima classe e concludendo con la ventiduesima. Alla fine dell’articolo faremo alcune brevi riflessioni sul punto di vista di Tournefort.

Forse è utile ricordare la struttura generale del sistema.

I generi sono raggruppati in base alla forma della corolla. Ventidue classi, dalla I alla XVII le erbacee, dalla XVIII alla XXII arberi e arbusti. Ogni classe è suddivisa in sezioni (gli ordi di Linneo o le famiglie di Jussieu) in un sapiente gioco tra le descrizioni delle corolle e quelle di frutti, semi, ricettacoli.

Seguiamo la tabella che lo stesso Tournefort presenta alle pagine XXI e XXII del primo tomo degli Elemens.

Alberi e arbusti

Classe XVIII – fiori a stami [fiori con soli stami] e attaccati ai giovani frutti [in Institutiones dirà brevemente ‘fiori apetali’, ad esempio i frassini];
Classe XIX – fiori a gattini [in Instituziones dirà ‘fiori amentacei’, ad esempio i pioppi];
Classe XX – fiori a un solo petalo [ad esempio i sambuchi];
Classe XXI – fiori a foggia di rosa [ad esempio i tigli];
Classe XXII – fiori leguminosi [in Institutiones dirà ‘papilionacei’, ad esempio il genere Cercis].

Ad eccezione dei fiori in amenti (chatons = gattini) e di quelli ‘a stami’, le altre tipologie ricalcano quelle delle piante erbacee; forse per questo non compaiono figure per gli alberi nelle tavole introduttive (le prime dieci) del secondo tomo.

Classe XVIII – fiori apetali [con soli stami]
‘Il frassino è un genere di pianta i cui fiori A formano grappoli carichi di numerosi fiori a stami B, ciascuno dei quali di solito sostiene due steli [stami] C D, tra i quali si erge in alcuni grappoli un pistillo piramidale E. Questo pistillo diventa alla fine un frutto F G che è una sorta di lingua appiattita e membranosa, molto sottile all’apice F, e che racchiude nello spessore della sua base un seme appiattito H, il più delle volte oblungo e quasi ovale.’
Testo: Tomo 1, pagina 448. Illustrazione: una composizione dalla tavola 343, Tomo 3.

Stiamo parlando di fiori imperfetti, o solo staminiferi o solo pistilliferi. Tutto ciò sembra imbarazzare fortemente Tournefort. Linneo se la caverà inventando le piante monoiche, dioiche e poligame; soluzione che aveva anche il pregio di sottolineare la potenza del sistema sessuale. Il punto di vista di Jussieu sembra molto più maturo, ma non dimentichiamo che in mezzo ci sono due intervalli di cinquant’anni. Anche lui era salito sulle spalle dei giganti per poter guardare più lontano.

Fiori di frassino meridionale: a sinistra un bisessuale (B C D E nella tavola), a destra uno maschile con due antere su brevi filamenti e, al centro, un pistillo abortito (B C D nella tavola).

Classe XIX – fiori in amenti
‘Il pioppo è un genere di pianta che può essere diviso, con Cesalpino, in sterile e fertile, o in maschio e femmina come si dice comunemente. Il pioppo maschio produce solo gattini [amenti] e il pioppo femmina produce solo frutti. Gli amenti A sono a diverse foglie C cariche di alcune cime [antere] piene di polvere. I giovani frutti B sono a diverse foglie D F, ciascuna delle quali ricopre una campana G, come si vede in E. Questa campana racchiude un embrione H, che è come il battacchio di una campana. Questo embrione diventa una capsula membranosa.’
Testo: Tomo 1, pagina 465. Illustrazione: una composizione dalla tavola 365, Tomo 3.

Il riferimento a Cesalpino potrebbe trarre in inganno e far pensare che l’aretino avesse abbracciato la teoria sessuale; naturalmente non era così: i termini ‘maschio e femmina’ sono usati solo come sinonimi di ‘sterile e fertile’, ma la fertilità non comportava i sessi, si riferiva solo al peculiare modo delle piante di produrre il seme.

Pioppo grigio, infiorescenze maschili in amenti lunghi e vaporosi.

Singolo fioretto di Populus tremula, una struttura alquanto articolata: una brattea sfrangiata e pelosa ricopre una seconda brattea più chiara (le ‘diverse foglie C’), dalla quale brattea emergono le antere (le ‘cime piene di polvere’).

Singolo fioretto femminile di Populus nigra: calice con quattro sepali triangolari (la ‘campana G’); brattea sfrangiata a protezione (le ‘diverse foglie D F’); il pistillo a bottiglia con in cima lo stigma (‘embrione H come il batacchio di una campana’).

Classe XX – fiori a un solo petalo
‘Il sambuco è un genere di pianta i cui fiori A C formano piccoli bacili o rosette con cinque parti, al centro dei quali c’è un foro B. Dopo che il fiore è appassito il calice D, la cui punta E si inserisce nel foro del fiore B, diventa una bacca [drupa] F che contiene alcuni semi G.’
Testo: Tomo 1, pagina 478. Illustrazione: una composizione dalla tavola 376, Tomo 3.

Fiore di sambuco nero. Corolla A ‘a rosetta con cinque parti’ con ‘al centro un foro B’. Il pistillo è stato asportato, stami saldati alla giunzione dei lobi corollini.
Pistillo tozzo inserito per metà nel calice (ovario semi infero), stilo inesistente, stigma trifido.

Classe XXI – fiore polipetalo, regolare a foggia di rosa
‘Il tiglio è un genere il cui fiore presenta diverse foglie [petali] B disposte a forma di rosa e sostenute da un calice C al centro del quale si trova il pistillo D. Quando questo fiore appassisce il pistillo diventa un guscio legnoso E, a volte attraversato da cinque costole.’
Testo: Tomo 1, pagina 484. Illustrazione: tavola 381, Tomo 3.

Tilia platyphyllos 9 mag18

Fiore di Tilia platyphyllus cinque petali e cinque sepali giallo chiaro, gli stami sono lunghi e raccolti in un fascio a mo’ di piumino e lasciano spazio, al centro, all’alto pistillo dall’ampio ovario.

Frutti di Tilia tomentosa, cinque costole e cinque solchi. Strano non parli mai della vistosa brattea.

Classe XXII – fiore polipetalo, irregolare leguminoso
‘Siliquastrum [Cercis L.] è un genere il cui fiore A è leguminoso, ma di una struttura molto particolare, perché le due foglie laterali [ali] B C sormontano la foglia superiore [vessillo] D, mentre negli altri leguminosi sono sotto; inoltre la foglia inferiore [carena] E è formata da due foglie completamente separate F. Il calice G emette un pistillo H solitamente circondato da diversi stami I, e questo pistillo diventa nel seguito un baccello’.
Testo: Tomo1, pagina 506. Illustrazione: tavola 414, Tomo 3.

Cercis siliquastrum 3 Apr18 web
Cercis siliquastrum, con i suoi fiori papilionacei di singolare conformazione.
Per la parte destra della foto si veda qui.

Non possiamo terminare senza riflettere sul fatto che dopo questi due primi post il nostro modo di guardare ai fiori non può essere più lo stesso. Non che prima il Cacciatore di Alberi non fosse interessato alle corolle, o non fosse capace di meravigliarsi incontrando strane forme e nuove simmetrie, ma d’ora in poi non si potrà più scrutare un fiore senza pensare alla sua eventuale collocazione nel sistema di Tournefort, e l’essersi impadroniti di termini e concetti nuovi, guiderà l’osservazione, poiché sapremo in precedenza cosa cercare. Insomma, abbiamo uno strumento in più.

In un prossimo post parleremo, con un certo dettaglio, della suddivisione delle classi in sezioni (leggi ordi o famiglie); ci aiuterà a meglio penetrare l’intima struttura del sistema di Tournefort.

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