
definizione di amento; Linneo vs Jussieu; famiglie del IV ordo; sistematica; generi a fiori bisessuali; generi a piante dioiche; generi a piante monoiche
Continuiamo la nostra faticosa, ma entusiasmante, indagine sul sistema di Jussieu con la descrizione della famiglia (ordo) delle Amentaceae di Genera Plantarum (Parigi, 1789). Come dice il nome si tratta di piante con infiorescenze in amenti. La famiglia nel giro di qualche decennio ha perso via via pezzi fino a scomparire del tutto.
Dato il forte accento posto sul termine ‘amento’ vale la pena capire qual era il significato che gli attribuiva il Jussieu, ma per non interrompere il flusso del racconto ho scritto un’apposita Appendice1.
Jussieu come Linneo affronta primariamente le piante a fiori bisessuali dando grande importanza, come il genio svedese, agli stami (Linneo parte dal numero di stami e poi conta i pistilli, Jussieu si concentra sull’attaccatura degli stami rispetto all’ovario). Entrambi sembrano trovarsi in imbarazzo con le piante a fiori unisessuali che relegano alla fine dei loro sistemi.

Nel sistema di Linneo le piante con fiori unisessuali sono raccolte nelle classi 21. e 22. (Monoecia e Dioecia), e nella classe 23. (Polygamia).


Siamo interessati alla 99. famiglia (quarta della Classe XV). Ho messo in Appendice2 alcune informazioni sulle altre quattro di questa classe.

Fiori senza petali2. I maschili disposti in amenti forniti di squame, stami in numero variabile, sempre con filamenti distinti. Fiori femminili pure in amenti, ma più spesso a mazzetti o solitari, sempre con calice protetto da una squama. Ovario supero con una, o più, logge. Semi nudi o racchiusi in capsule a comparti con un unico seme. Embrione senza albume, radichetta diritta. Piante arboree o arbustive. Foglie alterne, con stipole, per lo più semplici.
Descrizioni simili sono per noi ormai consuete, ma dovremmo sempre ricordare che anche se comparivano in opere di sistematici precedenti, è nell’opera di Jussieu che hanno una forma così familiare. Non è dunque pleonastico affermare che siffatte letture suscitano rispetto e ammirazione (oltre che una certa emozione). Trovo tutto ciò semplicemente esaltante.


Ma come, compaiono anche piante a fiori bisessuali? Ma allora perché non le ha messe tra le apetale? Sembra che olmi e bagolari poco abbiano a che fare con piante che producono amenti.
Come si è già detto l’impressione è che l’ordo risulti troppo vasto, comprende ben sette delle famiglie in seguito individuate (secoli diciannovesimo e ventesimo).

Rinfranchiamo lo spirito con qualche foto. Nello sceglierle ho cercato di documentare la descrizione della famiglia fatta da Jussieu (mi scuso per la ripetizione): fiori mancanti di calice e/o corolla; fiori maschili disposti in amenti forniti di squame, stami con filamenti distinti; fiori femminili non sempre in amenti, più spesso in mazzetti o solitari, sempre protetti da squame; ovario supero; achenio nudo o in pseudo capsule, seme in capsule; piante arboree o arbustive; foglie alterne, non composte, con stipole.
I – Fiori bisessuali (ermafroditi)

Olmi – Dopo aver rimosso le squame protettive l’infiorescenza si rivela a capolino molto allungato tanto che alcune fonti parlano di ombrella; non si può sinceramente parlare di amento. Fiore bisessuale. (Ulmus minor)

Bagolari (Celtis) – Infiorescenza a mazzolino. I fiori maschili sono alla base e quelli femminili o bisessuali in cima, dunque pianta poligama. Nella foto Celtis australis.
II – Fiori dioici (piante dioiche)

Salici – Amento maschile giallissimo, stami a filamenti distintissimi. Amenti femminili verdi, ovario supero, a fiaschetta, protetto da una squama. Albero dioico. (Salix alba)

Pioppi – Amenti maschili inizialmente rossi maturando si allungano e ingialliscono, singoli fiori protetti da una squama sfrangiata, stami con numerosi filamenti distinti. Nella foto Populus nigra.
III – Fiori monoici (piante monoiche)

Betulle – Le infiorescenze maschili e femminili, entrambe in amenti, stanno sullo stesso rametto. (Betula pendula)

Carpini – Fiori maschili in lunghi amenti gialli, fiori femminili in amenti più corti e verdi. I singoli fiori sono protetti da una fogliolina o squama. Nella foto amenti femminili di Carpinus betulus.

Acheni racchiusi in piccole tasche (cupole) di consistenza cartacea. (Ostrya carpinifolia)

Noccioli – I lunghi e giallissimi amenti maschili del noccilo (Corylus avellana).

Una brattea protettiva vigila sui piccolissimi e numerosi stami. (Corylus colurna)

Faggi – Pianta indiscutibilmente arborea. Così si presenta una faggeta: pilastri snelli e dritti a formare in alto archi variamente acuti, come in una cattedrale gotica, e niente sottobosco. (Fagus sylvatica).

Fiori femminili singoli protetti da squame. Breve e tozzo stilo su ovario supero. Nella foto Quercus robur.

Fiori maschili in amenti di fioretti singoli nudi e protetti da una piccola squama. Nella foto Quercus ilex.

Liquidambar – Fiori maschili e femminili in ‘amenti globosi’ in vero capolini3. Pianta monoica. Nella foto Liquidambar styraciflua.

Platani – Fiori maschili e femminili in ‘amenti globosi’. Pianta monoica. Nella foto Platanus x acerifolia.

Foglie alterne, con stipole. (Platanus occidentalis)
Nel blog esiste un post ordinato per amenti, che può essere utile ripercorrere. Fa riflettere il fatto che alcune delle piante lì contemplate non compaiano fra le Amentaceeae. Ad esempio i generi carrubi e gledizie, che hanno sia fiori in amenti sia fiori unisessuali, sono collocati da Jussieu nella famiglia delle Leguminose assieme a sofore, mimose e amorfe, evidentemente il Nostro ha privilegiato altri caratteri come avere i petali separati e gli stami perigini. Anche castagni, noci e gelsi che han fiori maschili in amenti non appartengono alle Amentaceae di Genera Plantarum. Anzi i noci (se non ho preso un grosso abbaglio) non compaiono proprio in quest’opera.
Appendice1 – Il significato del termine ‘amento’ in de Jussieu
Ci facciamo aiutare dal volume Elémens de physiologie végétale et de botanique – Tomo I, Parigi, 1815 di Charls Mirbel. Un libro già incontrato, poiché come forse ricorderete Mirbel era uno che dava nomi alle piante.

La pagina 278. Il Gattino: i fiori maschili o femminili sono portati da brattee attaccate ad un asse comune. I fiori non sono attaccati direttamente all’asse, ma alle brattee che fanno da peduncoli. In nota leggiamo che un amento è una specie di spiga con squame che sorreggono i fiori.

Il termine oggi ha significato profondamente diverso: ‘[esso] si riferisce a qualsiasi tipo di infiorescenza allungata composta da numerosi fiori poco vistosi […] Questo termine è generico e non tiene conto degli ordini di ramificazione […] gli amenti possono essere semplici o composti.’, Judd et al., Botanica Sistematica, Piccin, 2019, pag. 86 – il corsivo è mio. Con conseguenze devastanti sul suo valore tassonomico, e infatti oggi non ne ha alcuno. L’analisi attenta del termine fornisce un bell’esempio di come la storia della scienza aiuti la comprensione di fenomeni e teorie.

Sembra sorprendente, poi, come Mirbel non si sia accorto che il fiore non sia attaccato alla brattea ma nasca dall’ascella di questa. A meno che io non abbia interpretato male il suo pensiero…
Appendice2 – Euphorbiaceae, Cucurbitaceae, Urticaceae, Coniferae

Seguendo la buona abitudine di nominare le famiglie con un genere ‘rappresentante’ o, quella più incisiva, con un carattere peculiare si hanno: famiglia delle Euforbie, delle Cucurbitacee e delle Urticae secondo la prima convenzione; famiglia delle Amentacee e delle Conifere per la seconda.
La prima famiglia coinvolge quei generi che in un modo o in un altro si avvicinano al genere Euphorbia L. (le euforbie), la seconda al genere Cucurbita L. (le zucche), la terza al genere Urtica L. (le ortiche).



Infine le ben note conifere. Forse è utile precisare che Il termine coniferae è precedente a Jussieu. Ricordo che nel 1789 non era ancora stata riconosciuta la gimnospermia (cioè la mancanza di un ovario che racchiuda l’ovulo). Dunque anche Jussieu al pari di Linneo considera veri fiori maschili e femminili i coni di pini, tassi, ginepri e tuie, così si può ripetere per lui quanto detto nel caso del Professore di Uppsala.
1Non dovrebbe essere sfuggita la precisazione che si tratta di apetale. Un modo per dire che i fiori unisessuali sono di necessità senza corolla? non credo, Jussieu sta solo dicendo che ‘per ora’ in natura si è trovata solo questa combinazione: il sistema jussieano è un sistema aperto.
2Non possono stare nelle classi relative alle apetale, poiché prevale il fatto che i fiori non sono bisessuali.
3Quando Jussieu descrive i generi platani e liquidambar indica le infiorescenze come ‘amenti globosi’ , locuzione mai usata allorché elenca i caratteri delle Amentaceae.

Pagina 410 di Genera Plantarum.