Il Sistema sessuale di Linneo – classi 21. e 22.

Il post è il terzo di quattro (1., 2., 3., 4.) dedicati al sistema sessuale di Linneo così come emerge dalla lettura del suo celeberrimo Species Plantarum (prima edizione, Stoccolma, 1753). Siamo faticosamente giunti alle classi 21. e 22., che contemplano le piante che oggi vanno sotto i nomi di monoiche e dioiche, non c’è spazio in questo post per le poligame di cui parleremo nel prossimo. Come abbiamo già fatto nei post precedenti ci limiteremo alle sole specie arboree o arbustive presenti nel blog, prendendo una sola specie come esempio per ogni genere coinvolto.

Per le classi dalla 21. alla 23. Linneo rivolge la sua attenzione anche ai fiori unisessuali considerando il fatto che possano essere sulla stessa pianta o su piante diverse.

Le due classi hanno ordini scanditi dal numero di stami (monandria, diandria,…) e dalle configurazioni già incontrate per i filamenti (monadelphia, syngenesia, gynandria).

Classe 21. – Monoecia

Piante monoiche: una sola casa (òikos vale casa in greco) = fiori maschili e femminili sulla stessa pianta.

Monoecia tetrandria

Tra le piante monoiche con fiori maschili a quattro stami, si contano tre specie arboree note al blog.

Betula pendula (Betulla bianca). I fiori maschili, ognuno con quattro stami, sono disposti in gialli amenti penduli.Si deve a Linneo il nome del genere Betula, ma la pendula deve essergli sfuggita, se è vero che bisogna aspettare il 1788 e il botanico tedesco Albrecht W. Roth per vederla nominata per la prima volta.
Buxus sempervirens (Bosso). Fiore maschile privo di sepali e petali, solo brattee a proteggerlo; quattro stami verdastri ad antere giallognole con due sacche polliniche.
Morus alba (Gelso bianco). Infiorescenze maschili in amenti penduli i singoli fioretti hanno quattro stami con al centro un abbozzo di pistillo.

La mia esperienza sui gelsi bianchi è che i fiori dei due sessi stanno su piante separate, ma molti manuali parlano, come fa Linneo, di piante monoiche.


Monoecia polyandria

Ben sette alberi nell’ordine a molti stami.

Quercus robur (Farnia). Singoli fioretti maschili in amenti penduli gialloverde, il numero di stami varia da quattro a una dozzina sia in questa specie sia nel genere. Difficile dunque collocare le querce in un preciso ordine.
Juglans nigra (Noce nero americano). Singoli fioretti in amenti penduli, numerosi stami verdastri, invecchiando le antere diventano nere e si distinguono meglio.
Fagus sylvatica (Faggio). Infiorescenze maschili, quasi capolini pendenti da un peduncolo pronunciato. I singoli fioretti hanno una mezza dozzina di stami (troppo pochi per collocarli in questo ordine…)
Carpinus betulus (Carpino bianco). Fiori maschili in amenti penduli; il singolo fioretto ha da sei a dodici stami.
Coryus avellana (Nocciolo). Infiorescenze maschili in gialli amenti penduli; i singoli fioretti, senza corolla e calice, sono protetti da una squama e portano una mezza dozzina di stami.
Platanus occidentalis (Platano occidentale). Infiorescenze maschili a capolini di colore verde, simili a quelle femminili nella forma, ma non nel colore e dimensioni essendo quelle rosse e più grandi.
I singoli fioretti maschili sembrano composti da un unico stame, con le antere lunghe quanto tutto il fiore, un brevissimo filamento (appena visibile a destra) e un cospicuo grumo di tessuto connettivo in cima (a sinistra nella foto) che dà consistenza e colore alla superfice dell’infiorescenza.
Liquidambar styraciflua (Liquidambra). Infiorescenza femminile in basso e grappolo di infiorescenze maschili in alto
I singoli fiori maschili sono raggruppati in capolini e consistono in un’unica antera.
A sinistra il singolo fioretto maschile e a destra quello femminile in una immagine presa da Ferrari, Medici, Alberi e arbusti, Edagricole, Milano, 2008, Tavole di A. Ambrogio

Se i primi cinque generi han procurato non poche perplessità sul reale numero degli stami, gli ultimi due, Platanus e Liquidambar, lasciano sconcertati: sembra quasi che Linneo confonda l’infiorescenza con il singolo fiore. Possibile?


Monoecia monadelphia

Il nono ordine della ventunesima classe ha nome Monadelphia, secondo quanto abbiamo imparato (secondo post) corrisponde a una struttura in cui tutti gli stami hanno i filamenti fusi e le antere libere. La grande sorpresa è che vi troviamo anche piante gimnosperme. Ma cosa hanno a che vedere le gimnosperme con stami, filamenti e antere? Naturalmente tutto si spiega ricordando che la distinzione, nel senso moderno, tra angiosperme e gimnosperme fu introdotta da Adolphe Brongniart solo nel 1843 e solo dopo la scoperta della gimnospermia ad opera di John Brown (1825) .

A. La Vergata, La storia naturale e le classificazioni, in Paolo Rossi, Storia della scienza moderna e contemporanea, Vol. 1, UTET, 1988, pag. 818.

Così Linneo considera veri fiori maschili i coni di pini, tassi, ginepri e tuie. Lungi dall’assumere un atteggiamento di sufficienza nei confronti del suo punto di vista, la circostanza può risultare un utile esercizio per riflettere su analogie e differenze tra le strutture riproduttive di questi due grandi insiemi di piante. Come ama dire il Cacciatore di Alberi: ‘la comparazione è fonte di metacognizione’.
Forse è il caso di ricordare che anche nel blog, per questioni di praticità, si continuano a chiamare fiori le strutture riproduttive delle gimnosperme.

Thuja orientalis (Tuia orientale). Coni maschili in forma di amenti (pseudo amenti): un asse centrale da cui si staccano diramazioni che portano in cima squame protettive. Sotto ogni squama alloggiano due sacche polliniche. Quasi immediato far corrispondere alle diramazioni i filamenti, e all’asse centrale il fascio di filamenti fusi fra loro (monadelfìa). Completano l’analogia le sacche polliniche che corrispondono alle antere.
Cupressus sempervirens (Cipresso). Cono ancora chiuso, spesso nei coni le squame sono disposte a spirale, nel cipresso si presentano opposte su quattro file.
Pinus wallichiana (Pino dell’Himalaya). Le infiorescenze maschili sono composte da coni ellissoidali affastellati alla base di un asse (il rametto dell’anno). Ogni cono ha la struttura già descritta per le tuie.
Ricinus communis (Ricino). Pianta dalla fioritura bellissima e singolare…
…particolarmente i fiori maschili coi filamenti che si ramificano in una specie di piumino.

Classe 22. – Dioecia

Piante dioiche: due case = fiori maschili e femminili su piante separate

Dioecia diandria
Salix caprea (Salicone). Infiorescenze maschili in tozzi amenti giallissimi
Singolo fioretto senza corolla ne calice, due antere e una squama pelosa a protezione.

Dioecia tetrandria
Hippophae rhamnoides (Olivello spinoso). Fiore maschile di dimensioni millimetriche, con quattro stami piantati direttamente sul lato interno dei tepali
Pistacia terebinthus (Terebinto). Infiorescenza maschile in scarne pannocchie, i singoli fioretti sembrano avere cinque antere, non han corolla ne calice e sono protetti da una grande brattea (a destra nella foto).
Ceratonia siliqua (Carrubo). Singolo fioretto maschile. Da quattro a sei stami che si dipartono radialmente.

Dioecia octandria

Un solo genere per le dioiche a otto stami

Populus tremula (pioppo tremulo). Fiori maschili in amenti pelosi, resi rossi dalle antere che fanno capolino da sotto le brattee munite di sottili denti villosi.

Dioecia monadelphia
Juniperus sabina (Ginepro sabino). Deja vu: similissimo al cono maschile della tuia orientale. Fra le squame si intravvede una sacca pollinica.
Taxus baccata (Tasso). I supporti delle sacche polliniche formano un mazzolino attaccato in cima ad un diafano bastoncino. Forse fu proprio osservando simili strutture che Linneo si convinse della monodelfìa del fiore delle gimnosperme.

Dioecia syngenesia
Ruscus hypoglossum (Erba bonifica). Le infiorescenze spuntano nel bel mezzo della foglia (che poi foglia non è ma rametto modificato)
Tepali a tre a tre di forma e colore leggermente diversi. Antere fuse al sommo di una struttura viola (in realtà tre stili appiccicati).

Si conclude anche questo terzo post. Nel prossimo le piante poligame e le palme.

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